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Bce: crescita e l’inflazione restano incerte

La Bce, nel nuovo bollettino economico, scrive che le  prospettive per la crescita economica e l’inflazione restano “estremamente incerte”.

Sulla crescita pesano la guerra e i possibili effetti della stretta monetaria più forti delle attese.

Sull’inflazione gravano invece possibili nuove pressioni verso l’alto sui costi dei beni energetici e alimentari, legate anche al ritiro unilaterale della Russia dall’accordo sul grano e le condizioni metereologiche avverse, alla luce dell’evoluzione della crisi climatica, che potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari più del previsto.

Nel bollettino della Bce si legge: “Fra i rischi al ribasso per la crescita vi sono la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e l’incremento delle tensioni geopolitiche su piu’ ampia scala, rischi che potrebbero frammentare il commercio internazionale e quindi gravare sull’economia dell’area dell’euro. In aggiunta, l’espansione economica potrebbe risultare piu’ lenta se gli effetti della politica monetaria fossero piu’ forti delle attese o se l’economia mondiale si indebolisse, deprimendo la domanda di esportazioni dell’area dell’euro. L’espansione potrebbe invece rivelarsi maggiore del previsto se, grazie alla vivacita’ del mercato del lavoro, all’incremento dei redditi reali e alla minore incertezza, cittadini e imprese riacquistassero fiducia e aumentassero i consumi”.

Inoltre la Bce scrive: Le condizioni metereologiche avverse, alla luce dell’evoluzione della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari piu’ del previsto. Oltre a cio’, un incremento duraturo delle aspettative di inflazione oppure aumenti delle retribuzioni o dei margini di profitto maggiori di quanto anticipato, potrebbero spingere al rialzo l’inflazione, anche nel medio termine. Per contro, una domanda piu’ debole, riconducibile ad esempio a una piu’ intensa trasmissione della politica monetaria, condurrebbe a un allentamento delle pressioni sui prezzi, soprattutto nel medio periodo. Inoltre, l’inflazione si ridurrebbe piu’ velocemente se il calo delle quotazioni dell’energia e i minori rincari dei beni alimentari si trasmettessero ai prezzi degli altri beni e servizi piu’ rapidamente di quanto attualmente atteso”.

 

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