Condanna ridotta in appello per l’ex Sindaco di Riace, Mimmo Lucano. Ribaltata dunque la sentenza emessa dal Tribunale di Locri, che lo aveva condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.
La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha cambiato profondamente la sentenza, assolvendo Lucano da tutti i reati più gravi. La condanna, ora, è di un anno e sei mesi di reclusione con pena sospesa.
Sollievo per l’ex Sindaco, che ha così commentato la sentenza della Corte: “Per me è la fine di un incubo. Questa sentenza è una vittoria sull’ingiustizia e arriva in un periodo importantissimo. Perché Riace raccontava proprio che nei luoghi dove c’è più disagio l’immigrazione non è, come spesso viene rappresentata, un problema di ordine pubblico e invasione, ma l’opposto. Invece di generare paura, genera speranza per le comunità che si vanno spopolando, per le aree fragili del Paese, dove si perdono i servizi sociali, dove mancano gli asili e si svuotano le scuole. Una politica che non lo capisce e sceglie di mettere in atto forme repressive, di controllo dei confini e dei porti, non rispetta i diritti umani“.
Lucano ha poi espresso le sue considerazioni in merito alla forte divergenza tra le due sentenze. “C’è qualcosa che non funziona – afferma l’ex Sindaco di Riace – se da 13 anni e due mesi di reclusione si arriva a un anno e sei mesi per una questione amministrativa. Mi hanno contestato di tutto, reati che non ho mai commesso, peculato, associazione a delinquere. Ho messo l’anima in quello che ho fatto rappresentando una Calabria inedita, che non è solo mafia, ed è capace di rispondere con fraternità alle persone che sono in fuga dalle guerre, dai drammi della miseria“.
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