La Russia ha completato la procedura per ritirarsi dal Trattato sulle forze convenzionali in Europa (Cfe), al quale aveva già sospeso la sua partecipazione negli anni precedenti. La notizia è stata annunciata dal Ministero degli Esteri di Mosca sul suo sito web ufficiale.
Il Trattato Cfe era un accordo internazionale datato al 1990 che stabiliva dei limiti al numero di armi convenzionali che la NATO e i paesi dell’ex Patto di Varsavia potevano dispiegare in Europa. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, ci sono stati significativi cambiamenti negli equilibri strategici, e nel 1999, la Russia ha ratificato una versione aggiornata del trattato.
Tuttavia, nel 2007, la Russia ha imposto una moratoria all’osservanza del trattato e nel 2015 ha sospeso la sua partecipazione all’organo consultivo del trattato, sostenendo che i paesi della NATO non avevano ratificato l’accordo. Nel maggio del 2023, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge per il ritiro della Russia dal Trattato Cfe, poco più di un anno dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe.
Il completamento della procedura di ritiro significa che il Trattato Cfe non ha più validità per la Russia, e questo rappresenta un passo significativo nelle relazioni internazionali e nella politica di difesa in Europa.