Capodanno di lutti a Gaza per 40 mila orfani

La notte scorsa nessuno ha festeggiato l’arrivo del nuovo anno ma il cielo si è illuminato della luce di nuovi missili. Ci sono stati finora 30.000 morti, 60.000 feriti, si stimano 10.000 persone ancora sotto le macerie. 40.000 bambini sono diventati orfani a causa di questa guerra: mi sembrava un numero troppo alto ma le famiglie palestinesi hanno tanti figli ed è un numero realistico perché sono morte tante mamme”.

Così padre Ibrahim Faltas ripercorre la notte del 31 dicembre a Gaza. In una dichiarazione resa al Sir il frate, vicario della Custodia di Terra Santa, ricorda che nella Striscia di Gaza “il 70% delle case sono state distrutte. Un milione e mezzo di persone a Gaza non ha più la casa e non ha più nulla per vivere. Nella Striscia manca tutto: cibo, acqua, medicine, elettricità”.

Il religioso francescano ammette di sentire “l’impossibilità di fare qualcosa di concreto per queste povere persone e fa davvero male vedere che i feriti non possono essere soccorsi e i corpi dei morti sono lasciati per strada a decomporsi senza una degna sepoltura. Le vittime sono bambini, donne, anziani, disabili che non hanno armi fra le mani”.

“Quello che vediamo – spiega padre Faltas – è una guerra che uccide soprattutto gli indifesi, chi non si può difendere. Vengono uccisi e feriti i civili, chi non ha colpa. Non è una guerra fra soldati armati da una parte e dall’altra. Le vittime sono bambini, donne, anziani, disabili che non hanno armi fra le mani”.

“Questa è la realtà. Una sofferenza che sembra non vedere una fine, e dove odio e vendetta scorrono tra la gente”.

Nella sua riflessione il Vicario della Custodia allarga lo sguardo ai cristiani di Gaza rifugiati nelle chiese dei greco-ortodossi e dei latini, ma “molti – ricorda – sono stati uccisi anche in quei luoghi sacri. Stanno cercando di sopravvivere ma stanno malissimo”. Analogo discorso per i cristiani in Cisgiordania, a Gerusalemme e in Israele.

A Betlemme, in particolare, vivono chiusi senza possibilità di entrare e di uscire e privi di molte risorse. È giunto il tempo di dire basta sangue, basta guerra, basta ogni tipo di distruzione” dichiara padre Faltas che lancia un appello alla speranza. “Si fermi la violenza distruttiva, sia sconfitto l’odio che divide. In questa giornata del 1° gennaio, in cui il mondo intero prega per la Pace, ringrazio particolarmente Papa Francesco per la vicinanza affettuosa alla Terra Santa e chiedo che vengano ascoltati i suoi appelli per una pace vera”.

I cristiani in Terra Santa – conclude – sono costruttori di pace, sono coloro che nonostante le difficoltà cercano di essere il cemento fra i mattoni e continuano a costruire anche quando il loro lavoro viene distrutto dalla guerra. Non perdiamo la speranza e continuiamo a costruire una pace forte, salda e duratura. Buon anno a tutti e pace e bene da Gerusalemme”.

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