Houthi, minacciano la rete Internet sottomarina del Mar Rosso

Il 17% del traffico mondiale Internet passa attraverso i cavi stesi nelle profondità del Mar Rosso. Proprio questo  potrebbe essere la nuova minaccia o peggio il nuovo obiettivo degli Houthi, che continuano ad attaccare le navi al largo dello Yemen con l’intento di difendere la causa palestinese dal mondo occidentale che accusano di sostenere Israele.

In un messaggio recente su un canale telegram legato ai miliziani del gruppo filoiraniano, è stata pubblicata una mappa che mostra i percorsi delle reti che i cavi sottomarini percorrono nel Mediterraneo, nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo Persico accompagnata da un messaggio sibillino.

“Sembra – si legge nel messaggio – che lo Yemen si trovi in una posizione strategica, dal momento che le linee internet che connettono interi continenti e non solo singoli Stati, passino qui vicino“.

Tra lo stretto di Bab el-Mandeb e l’imbocco del canale di Suez, passano infatti, cavi di fibra ottica grandi quanto un tubo da giardino che permettono il passaggio delle informazioni internet tra il Sud-est asiatico, il Mediterraneo e la stessa Italia, tanto che, recentemente, la Presidente del Consiglio dei Ministri  Giorgia Meloni,  ha espresso la preoccupazione  anche per questa potenziale minaccia che costituisce uno dei motivi per cui l’Italia,  ha precisato la Premier,  potrebbe partecipare anche ad un eventuale azione militare di difesa in caso di attacco alla rete internet da parte degli Houthi.

Secondo gli esperti, infatti, la minaccia di attacco da parte dei miliziani  e’ concreta. L’Italia è presente nella missione “Aspides”, della quale ha assunto anche il comando, la missione europea nel Mar Rosso che ha l’obiettivo di difendere le navi in transito nel Mar Rosso dagli attacchi dei miliziani Houthi.  Grazie alla presenza a bordo dei Reparti Speciali della nostra Marina Militare ha il compito di prevenire anche eventuali minacce che gli Houthi potrebbero costituire per la sicurezza dei cavi.

Ovviamente a rischio ci sono gli interessi industriali e strategici delle aziende che li hanno posizionati, come la Tim e la sua Sparkle, che il Ministero dell’Economia di Giorgetti vuole acquistare perché la considera strategica per la sicurezza nazionale.

Del resto, la minaccia che potesse essere danneggiato, gravemente e dolosamente, il complesso e importante sistema mondiale di telecomunicazioni passante nel Mar Rosso,  è sempre stato oggetto di attenzione da parte dei Paesi  interessati. In quel tratto di mare passano 16 cavi sottomarini e uno dei più strategici è il cavo di 25mila chilometri “AE1” che collega Asia, Africa ed Europa.

Il danneggiamento dei cavi sottomarini del Mar Rosso può interrompere le comunicazioni militari o governative nell’area perché essi sono l’unico mezzo per trasmettere la mole di dati dei sensori militari sulle operazioni in corso.

Danneggiarlo, inutile dirlo, causerebbe un’infinità di problemi tecnici nella trasmissione dei dati o addirittura la temporanea sospensione del servizio con le conseguenti gravi difficoltà e disagi nella rete di telecomunicazioni che collega le aree  geografiche continentali interessate che ne usufruiscono.

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