Maxi operazione Carabinieri Forestali e Polfer scardina traffico illecito rifiuti metallici

Una maxi operazione dei Carabinieri  Foteztali di Viterbo e  della Polfer  di Campania e Lazio  ha scardinato l’organizzazione dedita al reperimento, trasporto e trattamento illecito di rifiuti di rame e piombo.

Effettuati  arresti domiciliari, sequestrati preventivamente undici automezzi, eseguiti il  sequestro diretto del profitto del reato per circa 860.000 euro , ventisette indagati e otto società coinvolte e sottoposte ad accertamento per la legge 231/2001.

L’attività di indagine diretta dalla Procura di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia – ed eseguita dalla Polizia Ferroviaria del Compartimento di Roma e dai Carabinieri Forestali del NIPAAF del Gruppo Carabinieri di Viterbo è per il momento culminata con l’emissione di Ordinanza del Gip contenete numerose misure cautelari.

Gli uomini dei Carabinieri Forestali e della Polizia Ferroviaria dei Compartimenti Lazio e Campania hanno eseguito stamattina il dispositivo che ha potuto interrompere il traffico di rifiuti metallici – piombo e soprattutto rame – che da tempo era in essere tra la provincia di Viterbo e la provincia di Caserta.

Le attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti avevano origine presso due impianti del viterbese, dove venivano sistematicamente accettati e gestiti ingenti quantitativi di rifiuti speciali ed urbani da cui ricavarne le componenti metalliche di valore commerciale, che venivano abusivamente gestite.

In particolare i rifiuti venivano conferiti da una pluralità di soggetti, in assenza della prescritta iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali ed in assenza della prevista documentazione ambientale; i rifiuti venivano poi gestiti negli impianti viterbesi in difformità a quanto previsto dalle autorizzazioni e dal decreto di riferimento ed omettendo la corretta compilazione dei registri.

Molti rifiuti indesiderati venivano smaltiti illecitamente nel territorio Viterbese tramite abbandono o combustione al suolo. Il sistema organizzato e gestito da due soggetti campani prevedeva inoltre il carico dei metalli di valore soprattutto rame con specifiche modalità nei autoarticolati individuati per il trasporto in modo da occultarne il contenuto ed in assenza della documentazione ambientale o con la stessa redatta in modo falso.

Successivamente i rifiuti di metallo venduti ad una società del casertano, pur in assenza di adeguate operazioni di recupero e/o trattamento necessarie per la cessazione della qualifica di rifiuto prevista dall’art. 184 ter del D. Lgs. 152/2006, venivano ulteriormente destinati e commercializzati presso un altro stabilimento limitrofo.

Per l’accertamento degli illeciti, al vaglio della Magistratura romana, sono state messe in campo numerose e complesse attività di polizia giudiziaria espletate in grande sinergia tra i due corpi di polizia e suddivise in ragione delle rispettive specifiche professionalità.

In Italia nell’ultimo Rapporto Ecomafia 2020 curato dall’Osservatorio nazionale ambiente e legalità (Onal) di Legambiente e pubblicato da Edizioni Ambiente, con il sostegno di Cobat. Nel 2019 sono aumentati i reati contro l’ambiente: sono ben 34.648 quelli accertati, alla media di 4 ogni ora, con un incremento del 23.1% rispetto al 2018. In particolare preoccupa il boom degli illeciti nel ciclo del cemento, al primo posto della graduatoria per tipologia di attività ecocriminali, con ben 11.484 casi (+74,6% rispetto al 2018), che superano nel 2019 quelli contestati nel ciclo di rifiuti che ammontano a 9.527 (+10,9% rispetto al 2018). Da segnalare anche l’impennata dei reati contro la fauna, 8.088, (+10,9%) e quelli connessi agli incendi boschivi con 3.916 illeciti (+92,5%).

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