Il ‘Green pass globale‘, documento per la condivisione dei dati sulla certificazione vaccinale a livello internazionale, nasce da un accordo tra l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea del giugno 2023. Lo strumento non metterebbe a rischio, come ha assicurato l’OMS, la privacy e dati sanitari personali, ma il Governo italiano ha dichiarato che opererà una scelta diversa.
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, infatti, ha precisato che – “Il Governo non ha alcuna intenzione di aderire al cosiddetto ‘green pass globale’ dell’OMS. In sede di conversione del decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 febbraio, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi Pnrr in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico”.
L’adesione al Green Pass Globale è del resto volontaria per gli Stati dell’UE, ma la raccomandazione del Consiglio, adottata il 27 giugno 2023, incoraggia tutti gli Stati membri ad aderire al sistema dell’OMS e a continuare a rilasciare certificati COVID-19 su richiesta.
In sostanza, si tratta di un’estensione e digitalizzazione della cosiddetta Carta gialla, necessaria per verificare l’avvenuta vaccinazione contro alcune malattie pericolose e richiesto per l’ingresso in determinati paesi. Una specie di passaporto sanitario, nato nel 1933 in Olanda e adottato dall’Oms nel 1951.
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