Roma, 9 apr. (Adnkronos Salute) – L’introduzione dei vaccini anti-pneumococco coniugati in età pediatrica ha praticamente dimezzato l’incidenza e la mortalità delle infezioni in questa popolazione, ma in quella anziana, nonostante “un calo del 9% delle patologie pneumococciche complessive, del 67% di quelle causate da sierotipi contenuti nel vaccino eptavalente, del 38% di quelle determinate dai sierotipi contenuti nel vaccino 13-valente, si è osservato un aumento del 73% della patologia causata da sierotipi non contenuti in quello” con 13 ceppi, “motivo per cui è stato importate l’allargamento e l’inclusione di nuovi sierotipi” considerando, tra le centinaia dello Streptococcus pneumoniae, quelli che sono “più coinvolti nelle patologie invasive”. Lo ha detto Susanna Esposito, direttrice Clinica pediatrica ospedale Pietro Barilla Aou di Parma e professoressa ordinaria di Pediatria, università di Parma, intervenendo questa mattina, a Roma, in un incontro con la stampa, organizzato da Msd per presentare i dati positivi di numerosi studi di Fase 3 discussi nel corso del 13esimo Meeting della International Society of Pneumonia and Pneumococcal Diseases (Isppd), che hanno valutato V116, il primo vaccino pneumococcico coniugato 21 valente, con 8 sierotipi esclusivi, disegnato per proteggere in modo specifico gli adulti.