Stranamente la quarta serata del festival, anche se con la grossa polemica sulla durata, è andata molto meglio delle altre. È vero è finito alle due e cinque del mattino, ma è anche vero che si sono esibiti 30 cantanti: i 26 big e le 4 nuove proposte.
Nuove proposte che hanno visto la vittoria del giovane Gaudiano. Classe 1991, il ragazzo è arrivato primo conquistando cosi l’ambito premio con il brano “Polvere da sparo“. Subito dopo di lui Davide Shorty che ha conquistato il premio “Mia Martini“. Al terzo posto Folcast, rimasto tra i quattro finalisti quello senza premio. Ultimo nella classifica generale Wrongonyou che però porta a casa il premio “Lucio Dalla“.
Madrina della prima parte della serata il Direttore d’Orchestra Beatrice Venezi, vestita divinamente Armani, che proprio in diretta tv ha dichiarato di voler essere chiamata Direttore e non Direttrice. Nemmeno finita la frase sul web è subito scoppiata la polemica.
La scrittrice Carolina Capria su Facebook scrive: “Provo una profonda tenerezza verso le donne che per sentirsi autorevoli e importanti pretendono che la loro professione venga declinata al maschile. È sfiancante detestare il femminile nelle altre, è mortificante detestarlo in se stesse. Siamo state tutte Beatrice Venezi, abbiamo tutte pensato che i maschi facessero le cose davvero fighe e si divertissero, non come le femmine appresso a vestiti e quisquilie (il calcio e le auto, no, non erano interessi sciocchi come i nostri). Ci siamo sentite speciali nel prendere le distanze dalle altre, “io non sono come loro, mi diverto a stare con voi”. Ci siamo sentite in cima alla vetta quando lui ci ha detto “tu non sei come le altre”, riconoscendoci la superiorità che bramavamo“.
Nemmeno Michela Murgia è dalla parte della Venezi: “Un modo pratico di farvi sparire da un ruolo pubblico è quello di rifiutarsi di declinarlo secondo il vostro genere, sottintendendo che siete l’eccezione femminile di una norma maschile. Il rigetto della declinazione femminile ha alibi fantasiosi che studiose piú preparate di me hanno ampiamente demolito. Qui basta ribadire che il linguaggio è un’infrastruttura culturale che riproduce rapporti di potere“.
A favore di Beatrice Venezi un commento trovato su Twitter che non lascia scampo: “Io mi definisco Architetto e non Architetta! E poi la Venezi è libera di definirsi come vuole…“.
Co-condutrice con Amadeus e Fiorello questa sera Barbara Palombelli. La giornalista durante la serata ha indossato Armani.
Chi ben comincia la serata è a metà dell’opera
Un inizio decisamente scoppiettante per questa quarta serata sanremese. Amadeus ormai l’unica cosa brutta che ha sono le sue giacche che non si possono proprio guardare. È il momento di iniziare la gara dei 26 big.
Sul palco Annalisa, con un tailleur pantalone total white con maxi fiore sul bavero di Bluemarine, che come tutte le serate passate non sbaglia una nota. Di seguito arriva Aiello che, dopo due serate alquanto penose, si rifà con una esibizone più contenuta e che ci permette di capire meglio il testo che non è cosi male.
Arriva il momento dei Maneskin; anche loro con sorpresa eseguono il loro brano in modo esemplare lasciandosi, come Aiello, le brutte esibizioni dei giorni scorsi alle spalle. Una nota importante il frontman del gruppo finalmente ha smesso di imitare Achille Lauro e un bel pantalone e body Etro. Arriva il momento di Noemi, che appare più distesa e rilassata e ci omaggia di una versione più intima del suo brano e fantastica sul suo vestito Dolce & Gabbana.
È giunto il momento di accogliere sul palco e su tutti i teleschermi collegati, Orietta Berti, con un look rosa confetto sempre di GCDS, che ancora una volta, come tutte le serate passate, ci ricorda come si affronta il festival e soprattutto come esibirsi. Quando l’arte non è acqua. Colapesce e Dimartino arrivano subito dopo e come tutti i colleghi prima di loro sembrano più rilassati. Sarà forse che ci si sta ad abituare al palco. Max Gazzè arriva sul palco vestito e pettinato come Salvador Dalì ma la sua esibizione come quelle dei giorni scorsi, non convince assolutamente. Che peccato. Il primo dei cantanti che invece sembra accusare la stanchezza è Willie Peyote che appare un pò meno brillante e sicuro di se.
Pacata era e pacata è rimasta la bellissima Malika Ayane, in total white Armani,che come tutte le sere incanta con la sua voce ma alla fine manca di “verve“. Al contrario, pacata nell’ingresso ma vulcanica nell’esecuzione, La Rappresentante di Lista continuano a testa alta le loro esibizioni e il loro sfoggio di look. Questa volta rosso Valentino. Come per Willie Peyote, anche Madame, di Dior vestita, sembra spegnersi esibizione dopo esibizione. La prima sera la sua canzone arrivava diretta, ma nella serata di ieri è sembrato che pensasse:”vabbè facciamo sta cosa“.
Arisa, ogni volta che sale sul palco, ci fa capire che ci manca qualcosa. E guardando l’esibizione di ieri sera finalmente abbiamo capito. Ci manca Arisa, la vecchia Arisa. Ottimi però i suoi look. Ieri perfetta con Atelier Emè. È il turno dei Coma_Cose che non incantano come tutte le altre serate. Forse il palco di Sanremo non fa per loro.
Siamo a metà gara ed è quasi mezzanotte
Poco prima di mezzanotte arriva il turno di Fasma che dopo una scarsa esibizione nella serata cover, esegue il suo brano fantasticamente. Lo Stato Sociale, si carino la prima sera, ma alla terza diventa noioso. Le esibizioni di Francesca Michielin e Fedez continuano a non convincere assolutamente. Fedez terrà sicuramente bene moltissimi palchi ma quello di Sanremo non fa proprio per lui. Cosa che invece sa fare benissimo Francesca.
Per quanto riguarda Irama, come tutte le altre sere viene trasmessa la registrazione della sua prova generale, facendomi sorgere una domanda: ma cosi la sua esibizione è sempre ottima, senza una pecca. È davvero giusto nei confronti degli altri cantanti? Comunque la canzone è fantastica. Proprio da Eurovision Song Contest. Gli Extraliscio feat. Davide Toffolo continuano il loro giro di balera che a mio avviso è super divertente. Sul palco arriva Ghemon che non solo si mostra svogliato ma, a differenza delle altre esibizioni, anche del tutto fuori tempo con la musica. Non ci siamo proprio. Francesco Renga si esibisce non una ma ben due volte a causa del malfunzionamento del microfono. E sia l’una che l’altra sono esibizioni tremende. Mi spiace ma alla fine forse era meglio che non partecipasse.
Il poeta Gio Evan, con i suoi fantastici bermuda calzini e giacca coordinati Waxewul, è il 21esimo cantante ad esibirsi. Trovo giorno dopo giorno le sue esibizioni incantevoli, come se non vorresti che finissero mai. E quando succede lo vai a cercare su YouTube. Ermal Meta continua il suo compitino, senza preoccuparsi di trasmettere qualcosa agli altri. No assolutamente no. Non ci sono parole per Bugo. Nessuna.
Fulminacci in queste serate si è presentato come una piccola fotocopia di Ultimo ma proprio nella quarta serata ha fatto capire che ultimo potrà essere solo la sua posizione. Bella esibizione di Gaia, in celeste Salvatore Ferragamo, che probabilmente dimentica di essere sul palco di Sanremo e crede di essere su quello di Amici. Però almeno è stata Gaia e non più l’imitazione di Elettra Lamborghini. Chiude la serata Random che questa volta non è assolutamente sufficiente. Stona qualche nota e non sembra molto attento all’esibizione. Come si suol dire: “Fatta tanto per…”