Fioretto (UniPd): “Finerenone in pazienti con malattia renale cronica fa differenza”

Roma, 25 giu. (Adnkronos Salute) – “Finerenone è il primo antagonista selettivo non steroideo dei recettori dei mineralcorticoidi, ovvero degli ormoni come l’aldosteroneche, legandosi ai recettori, vanno a determinare un aumentato riassorbimento di acqua e di sodio e stimolano anche processi di infiammazione e fibrosi che, se iperstimolati, possono avere delle conseguenze in termini di danno cardiaco e danno renale. A differenza degli altri antagonisti dei recettori dei mineralcorticoidi che erano a disposizione prima di finerenone, quest’ultimo è ‘non steroideo’ ed ha una struttura completamente diversa. Questo fa sì che determini, in seguito al legame con il recettore di questi ormoni, degli stimoli di tipo inibitorio a livello delle citochine e delle sostanze proinfiammatorie e profibrotiche”. Sono le parole di Paola Fioretto, professoressa di Medicina Interna all’università di Padova, a margine dell’incontro promosso da Bayer ‘Verso un futuro senza dialisi: riduzione biomarcatori di infiammazione e fibrosi con finerenone’ oggi a Milano. Durante l’evento è stato annunciato il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa alla rimborsabilità di finerenone, un nuovo farmaco per il trattamento della malattia renale cronica, stadi 3 e 4, associata a diabete di tipo 2 in pazienti adulti con presenza di albuminuria, in aggiunta allo standard di cura.

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