Sergio Caputo: “Il diritto d’autore è morto e io vivo solo di live”

Roma, 9 apr. (Adnkronos) – Quarant’anni di ‘Un Sabato Italiano’ da festeggiare “finalmente in un sabato romano”, con un concerto il 13 aprile nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica, e l’appuntamento con le 70 candeline che l’attende il 31 agosto ma che lo trova “decisamente più giovane nello spirito, anche grazie a tre figli tra i 6 e gli 11 anni”. Sergio Caputo si racconta tra pubblico e privato in un’intervista all’Adnkronos, a pochi giorni dal ritorno live nella città in cui è nato e cresciuto, Roma, ma che ha lasciato alla fine degli anni ’90 per vivere prima in California e poi in Francia, dove risiede attualmente con la seconda moglie, Cristina, da cui ha avuto appunto tre bambini. “Non che il sabato italiano e il resto della settimana nel nostro Paese non mi piacessero – scherza – ma ho sempre preferito vivere in posti dove non mi riconoscessero, dove non debba sentirmi sotto i riflettori anche quando non sono sul palco. E poi in Italia la cultura è dominata dal calcio e della politica e io non seguo il calcio e sono sostanzialmente un anarchico, che però rispetta le regole”, sottolinea sorridendo.

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