Affondamento Bayiesan: parla il magistra inquirente

Il Procuratore Capo di Termini Imerese,  Ambrogio Cartosio, a distanza di 5 giorni dal naufragio del veliero Bayiesan davanti la costa di Porticello, parla con la stampa per raccontare i particolari della “gravissima tragedia”, come la definisce lui stesso, costata la vita a sette persone, tra cui una ragazza di appena 18 anni, Hannah Lynch, la figlia minore del magnate britannico, morto anche lui.

In una affollata conferenza stampa, il Capo della Procura, insieme con il PM, Raffaele Cammarano, annuncia pubblicamente che, come anticipato dall’Adnkronos nei giorni scorsi – “la Procura indaga per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo”.

“Il naufragio è stata una tragedia gravissima nell’ambito della quale abbiamo, però, avuto la fortuna di avere la collaborazione di alcuni reparti dei Vigili del Fuoco che hanno avuto un coraggio eccezionale, compiendo operazioni per niente facili, sono i reparti degli speleo sommozzatori. Alla struttura va il nostro ringraziamento e il massimo riconoscimento per il valore dimostrato. Così come alla Guardia Costiera e alle altre forze dell’ordine” – ha sottolineato Cartosio.

Il magistrato, rispondendo alle domande dei giornalisti arrivati da tutto il mondo, oltre ai media italiani – ha ribadito che “al momento non si ha la certezza che ci sia una scatola nera – ha detto –  In questa fase si era puntato sulla ricerca. Dobbiamo attendere il recupero del veliero”. Le domande arrivano a decine. Intanto è vero che il portellone del tender fosse aperto per errore? “Non possiamo confermare se c’erano i portelloni aperti. Non vi saranno dichiarazioni su quello che al momento hanno visto i sommozzatori. Possono essere informazioni che devono essere confermate da una seconda verifica” –  ha risposto il PM Cammarano che  ha aggiunto –  “i membri dell’equipaggio non sono stati sottoposti ad alcoltest e drug test. Erano molto provati sotto choc e necessitavano di cure”.

 

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