L’agricoltura di precisione e le nuove produzioni di pomodoro 4.0

La campagna del pomodoro da industria 2020 è stata caratterizzata da numerosi problemi, a causa degli effetti negativi dei cambiamenti climatici che hanno influito massicciamente sulle produzioni. In particolare, la coltivazione del pomodoro è molto esposta agli impatti delle variazioni metereologiche, sempre più frequenti e violente. Nel corso dell’anno 2020, le problematiche legate alla scarsità delle risorse idriche hanno generato una riduzione nel numero di ettari messi a dimora e con l’aumento della domanda mondiale per effetto dell’emergenza sanitaria si è generato una generale scarsità di prodotto finito.

Numerosi sono i produttori italiani che puntano sull’innovazione e alla tecnologia per tentare di superare le problematiche legate alla produzione e agli effetti climatici. Progetti volti a promuovere la sostenibilità ambientale, sociale, comunitaria ed economica, insieme alle pratiche di Agricoltura 4.0, utili a sostenere il settore della filiera del pomodoro sul lungo termine, aumentandone contemporaneamente la competitività sul mercato europeo. Gli esperti e gli imprenditori agricoli puntano anche a rivedere la figura dell’agronomo che deve divenire innovativo, integrando le proprie competenze professionali con il supporto di tecnologie innovative su cui numerosi imprenditori agricoli hanno investito nel corso degli ultimi anni.

Un sistema di Intelligenza Artificiale – Machine Learning e Image Recognition che analizza ed elabora i dati provenienti dai rilevamenti satellitari e dalle sonde di monitoraggio, fornisce agli agronomi le necessarie e dettagliate conoscenze per prendere decisioni in merito agli interventi da compiere rapidamente, per esempio quelli fitosanitari, o gestire eventuali criticità. Il pomodoro da industria è la coltura più importante per l’Op, che dispone comunque di una offerta ortofrutticola molto varia, lavorando e commercializzando tante referenze di stagione a partire dal finocchio.

Riconosciuta ufficialmente come Op lo scorso 30 dicembre 2020, l’Organizzazione di produttori Mita, per la gestione colturale in chiave 4.0 delle proprie coltivazioni di pomodoro da industria, nasce dall’aggregazione tra settantacinque produttori ubicati in Campania, Basilicata, Calabria, Lazio, Toscana, Abruzzo e Puglia. Il motto dell’azione aziendale è “AmaMITAnto”, che racchiude i valori dell’organizzazione e dei protagonisti imprenditoriali aderenti non solo in termini di ecologia, tutela del creato e della terra, ma affermano anche una dichiarazione di sicurezza e sincerità con i partner e i consumatori finali. I prodotti Mita sono certificati GlobalGap, Grasp e Ifs Food e si sta lavorando anche all’implementazione di nuove innovazioni legate alla tracciabilità e al monitoraggio del prodotto pomodoro lungo tutta la filiera.

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