Roma, 13 apr. (Adnkronos) – In vista dell’imminente obbligo di passaggio alle gomme estive, da effettuare a partire dal 15 aprile e non oltre il 15 maggio 2023, Altroconsumo, leader nei test pneumatici per le associazioni di consumatori Eu all’interno del consorzio di Automobil Club, al fine di aiutare i consumatori ad orientarsi fra le varie scelte di pneumatici disponibili, ha condiviso sul proprio sito i nuovi risultati dei test sulle misure principali. I consumatori possono così confrontare i prezzi dei vari pneumatici in commercio e scegliere classi più elevate sia per un discorso di sicurezza, sia per la possibilità di risparmiare carburante e inquinare meno. Da quest’anno il giudizio globale è costituito per il 70% dalla sicurezza garantita dalle gomme, e per il restante 30% dall’impatto ambientale.
In generale, emerge dai test di Altroconsumo, gli pneumatici estivi sono risultati abbastanza buoni, ma ci sono ancora dei prodotti che presentano lacune, dovute principalmente alla bassa durata del prodotto. Il consumo di carburante è direttamente collegato all’emissione di CO2 e di altre sostanze nocive per il clima e la salute. Uno pneumatico può influenzarlo attraverso la resistenza che oppone al rotolamento sulla strada: più è alta e più carburante sarà necessario per spostare l’auto. Per misurare questi consumi nei test vengono fatti percorrere ai vari pneumatici la stessa distanza alla stessa velocità su due tratte, per cinque volte: alla fine vengono misurati quanti litri di carburante servono per compiere 100 km. Altroconsumo ha arricchito la valutazione di questo parametro con la misurazione del peso dello pneumatico, che influenza le accelerazioni e le frenate dell’auto, e quindi anche il consumo di carburante (oltre che il consumo e l’abrasione della gomma stessa). Più è leggero lo pneumatico e meno consumi di carburante ci saranno. In generale gli pneumatici estivi risultano buoni da questo punto di vista: la differenza di consumo di carburante fra il migliore e il peggiore è inferiore al 5%.
Anche la durata della gomma è un fattore cruciale, per il risparmio e per l’ambiente: più lo pneumatico resiste (in condizioni di sicurezza), meno avrò bisogno di sostituirlo, meno risorse saranno necessarie per produrne di nuovi. Per valutarla Altroconsumo effettua un percorso di 15mila chilometri per diversi cicli e ogni volta misuriamo, con un sistema laser, più punti del battistrada per verificarne la profondità rimasta. Da quest’anno è stata anche aggiunta la misurazione dell’abrasione, cioè la quantità di battistrada che si disperde nell’ambiente durante l’utilizzo. La valutazione avviene verificando la perdita di peso in milligrammi dello pneumatico a intervalli definiti. Gli pneumatici estivi risultano accettabili mediamente dal punto di vista della durata, ma i risultati sono anche molto variabili: si passa da una stima di vita utile di poco più di 20mila chilometri fino a oltre i 40mila chilometri. Lo pneumatico migliore in questo parametro, quindi, dura oltre il doppio di quello con la valutazione più negativa.
Anche l’inquinamento acustico causato dall’attrito della gomma sull’asfalto rientra nel giudizio. Si fa viaggiare l’auto a diverse velocità su due fondi stradali (uno di asfalto e uno più simile al cemento); poi si misura il rumore prodotto con un fonometro, sia all’interno dell’abitacolo che all’esterno. In generale gli pneumatici estivi risultano accettabili. Altroconsumo non ha individuato pneumatici rumorosi anche se, allo stesso tempo, nessun prodotto si è dimostrato molto silenzioso.
Nella valutazione della “sostenibilità di produzione e smaltimento” vengono inclusi vari parametri: ad esempio il luogo d’origine (per valutare l’impatto del trasporto e le norme locali relative all’inquinamento), la presenza di residui di produzione che possono essere dipersi nei primi chilometri, i protocolli di produzione seguiti e le certificazioni ambientali. Questi ultimi due parametri, in particolare, dovrebbero garantire maggiori attenzioni nella scelta delle materie prime e nella fase di realizzazione del prodotto in generale, dando quindi indicazioni interessanti rispetto all’impatto ambientale degli pneumatici nella fase di produzione e in quella di smaltimento.
La sostenibilità di un prodotto è fatta di tante parti. C’è l’aspetto prettamente ecologico e ambientale: nel caso degli pneumatici, oltre a tutti gli elementi valutati descritti (durata, rumorosità, consumo di carburante, dispersione di battistrada nell’ambiente) Altroconsumo valuta, pesando gli pneumatici, anche quanto materiale viene utilizzato per la loro produzione: gomme leggere non solo richiedono meno risorse, ma hanno anche un effetto positivo sul consumo di carburante. Per capire come possa essere differente il peso di questi prodotti, considera che gli pneumatici estivi più leggeri del test 2023 pesano 2,3 kg in meno di quelli più pesanti (per quattro gomme si tratta di un risparmio di peso e materiale di ben 10 kg circa).
Poi c’è il tema della sostenibilità economica: si tratta di quanto il prodotto è efficiente rispetto al suo costo. Per valutare questo aspetto, è centrale la durata dello pneumatico, cioè quanti chilometri riesce a fare prima di dover essere sostituito. Gli pneumatici più eco hanno anche una buona sostenibilità economica oltre che ambientale perché, appunto, durano di più: ad esempio, ci sono prodotti che resistono circa 70mila chilometri e magari un po’ più costosi e altri pneumatici molto economici che però vanno sostituiti anche dopo soli 23mila chilometri. Il risparmio all’acquisto viene totalmente vanificato nel concreto se è necessario cambiarli più spesso.
Infine, non per importanza, c’è la responsabilità sociale del prodotto: pneumatici sicuri portano un beneficio sociale perché riducono il rischio di incidenti, per questo le valutazioni sulla sicurezza che fa Altroconsumo nei test sono importanti anche dal punto di vista della sostenibilità; inoltre non essere troppo impattanti sull’ambiente è un fatto di responsabilità anche nei confronti della collettività, così come ottenere certificazioni a garanzia di protocolli di produzione corretti, del rispetto dei lavoratori, del luogo in cui si produce.