anonymous

Anonymous raddoppia :ora tocca alla Cina

Anonymous ,il gruppo di hacktivisti non si ferma ma anzi,  raddoppia i propri interventi contro la guerra in corso in Ucraina. Nel mirino degli hackers stavolta è finita la Cina.

Ad annunciarlo il collettivo AgainstTheWest, che fa parte di Anonymous, il quale ha lanciato #OpChina, che coincide con l’apertura dell’account Twitter di Anonymous China.

La Cina e la sua ambigua posizione nei confronti del conflitto

Le ragioni sono da ricercare nell’ambigua posizione della Cina nei confronti del conflitto in corso . Dall’inizio della guerra, il 24 febbraio, le Autorità cinesi non hanno mai dichiarato ufficialmente di condannare l’invasione. Pur continuando a mantenere una posizione “pacifista” verso il conflitto, rispettando il contesto diplomatico internazionale e offrendosi di mediare tra Mosca e Kiev, la Cina non ha appoggiato  le sanzioni imposte alla Russia continuando ,e in alcuni casi anche intensificando ,scambi economici e commerciali con la Russia.

Attacchi hackers ai colossi cinesi

Tutto ciò ha  portato Anonymous ed AgainstTheWest a sferrare, negli ultimi giorni, una serie di attacchi informatici ai colossi cinesi: nel mirino è finita l’infrastruttura Cloud di Alibaba, JB, WeChat, WeCon, ma anche Tencent e Hyundai Hong Kong, passando per la banca commerciale China Gungfa Bank. Gli hackers hanno successivamente spostato le loro attenzioni verso Amazon Web Services China, Fenglian Technology, China Petroleum Technology & Development Coropration, Sinopec, Sinochem ed una serie di siti governativi.

Non è la prima volta che il collettivo Anonymous prende di mira la Cina, in passato aveva già combattuto contro la censura imposta dal Governo cinese in nome della libertà di informazione.

Anonymous ha affermato però che l’#OpChina sarà “il più grande attacco informatico ai danni della Cina da parte del collettivo”, ed ha spiegato che numerosi hackers cinesi sarebbero pronti ad unirsi al collettivo qualora la Cina dovesse inviare qualsiasi tipo di aiuto militare in Russia.

Se, da un lato, per le Istituzioni cinesi l’attacco è stata una pessima figura , moltissimi siti erano su domini ufficiali del Governo,dall’altra si deve ammettere che la capacità di reazione è stata impressionante. Tutti i siti sono tornati online e funzionanti nel giro di poche ore .

 

Condividi
Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it