Artiste dentro e fuori la scena, l’intervista a Gambettola e Bindi: “È lavoro politico”

È “dentro”, ma anche “fuori la scena”, che la nuova artista di questa nostra contemporaneità si divide, in un entra ed esci costante e ricercato dallo spazio fisico-simbolico del palcoscenico e da quello della realtà extra-scenica. È in questo movimento che si sedimenta la “consapevolezza” e il “dialogo con il presente” e con la “memoria del passato”. Senza, l’artista apparirebbe come amputata e incosciente della sua “responsabilità” nei confronti del suo tempo, conscia che “il lavoro artistico è sempre un lavoro politico”.

Dalla performance al dialogo aperto sulla realtà, rispondono così e senza esitazioni le danzatrici Danila Gambettola e Diletta Bindi, in scena venerdì a Bomarzo (Viterbo) con Così, tipo… un pas de deux, un “esperimento” di co-creazione fra le due artiste, rivolto “proprio a tutte e a tutti”.

Diletta Bindi e Danila Gambettola, chi sono

Danila Gambettola è danzatrice, performer e ricercatrice. Vive a Venezia, dove ha lavorato come performer per “The Soul Expanding Ocean #2: Isabel Lewis a Ocean Space”, per “Encyclopedia of Relations” di Alexandra Pirici alla Biennale Arte 2022 e per la mostra “Bruce Nauman, Contrapposto studies” a Punta della Dogana. Si è laureata in Teatro e Arti Performative allo Iuav di Venezia, dove è collaboratrice alla didattica.Diletta Bindi è danzatrice e coreografa soprattutto attiva in Portogallo, dove ha lavorato con Tiago Rodrigues, Victor Hugo Pontes, Mafalda Deville, Anna Figueira, Amélia Bentes e Romeo Castellucci. Attualmente vive tra Roma e Lisbona, è in tournée per due delle produzioni della compagnia Cim/VoArte.

Diletta Bindi
Diletta Bindi

La loro è una performance, “un disincontro, un’entrata, un’alleanza in adagio” portata nell’ambito dell’evento “Parchi in musica”, un’iniziativa, organizzata con il contributo della Regione Lazio, in collaborazione con la Provincia di Viterbo e il Comune di Bomarzo, che salda l’incontro fra arte e natura e che si terrà, infatti, nella suggestiva cornice della Riserva naturale provinciale Monte Casoli di Bomarzo. Gambettola e Bindi, formatesi fra Roma, Venezia e Lisbona, si dirigono nel cuore dell’entroterra laziale con “l’idea di esplorare le zone di contatto tra la distanza e la vicinanza, di due corpi con un approccio al movimento differente. Vedere cosa accade”.

L’intervista

Come nasce la vostra collaborazione? Da dove nasce l’idea di questa performance?

“Siamo amiche da molto, abbiamo condiviso pezzi di vita importanti, tra cui la convivenza nelle due città che amiamo, Roma e Lisbona. È da diverso tempo che pensiamo di fare qualcosa assieme, pur essendo così vicine non abbiamo mai collaborato prima d’ora per un progetto tutto nostro. Siamo sempre occupate con il lavoro, abbiamo vite nomadi. Quando si è presentata l’occasione di questo evento, ci è sembrato il momento giusto per concretizzare l’idea”.

Dal vostro punto di vista di performer, qual è il rapporto attuale fra esseri umani e il loro corpo? Fra essere umani e desiderio?

“È difficile rispondere univocamente a questa domanda. Siamo una complessità davvero eterogenea e sempre in trasformazione. Noi, ad esempio, in questo caso e per questa collaborazione, stiamo articolando il nostro desiderio attraverso gli affetti che ci legano, della nostra relazione, portandoli dentro il lavoro che faremo assieme”.

Qual è il ruolo dell’arte in questo momento storico? Pensate stia vivendo una crisi o, proprio in virtù delle varie crisi, gli artisti e le artiste siano chiamate a fare la loro parte?

“Crediamo molto nell’attivismo delle artiste e artisti, nelle mobilitazioni e manifestazioni dentro e fuori la scena, per esempio tutte quelle contro il genocidio in corso di Israele verso il popolo palestinese”. “Il lavoro artistico per come lo affronto io – aggiunge Danila Gambettola – è sempre un lavoro politico, la performance è politica in quanto è necessario, per far sì che esista, una consapevolezza e un dialogo col tempo presente, con la memoria del passato e la responsabilità che abbiamo nei confronti di questo”.

 

 

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