Tra il 2016 e il 2020 è aumentata la raccolta fondi legata ai lasciti solidali e in particolare, nell’ultimo anno, la pandemia da Covid-19 in molti casi ha spinto più italiani a richiedere informazioni o ha addirittura accelerato la scelta di redigere un testamento solidale.
Lo certifica l’indagine sul tema dei lasciti solidali, promossa dal Comitato Testamento Solidale, tra le 23 ong aderenti: ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Apurimac onlus, Associazione Luca Coscioni, CBM, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Mission Bambini, Progetto Arca, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, UICI e Vidas.
Per quasi 1 organizzazione su 2 (48% del campione intervistato) si continuano a ricevere lasciti di entità piccole, medie e grandi. Ma 1 organizzazione su 3 (35%) dichiara donazioni oltre i 50mila euro. Il 100% delle onp ha ricevuto lasciti destinati alla mission generale dell’organizzazione piuttosto che a progetti specifici, così da consentire di utilizzare i fondi per gli interventi più importanti o più urgenti, dato questo che si configura come un segnale di grande fiducia nell’operato delle onlus.
In generale, 1 organizzazione su 2 ha registrato un deciso incremento del trend di raccolta fondi da lasciti solidali, a fronte dell’altro 50% che osserva un trend stabile. Secondo il 41% degli intervistati, nell’arco degli ultimi 5 anni la raccolta da lasciti ha avuto un peso tra il 5 e il 10% nella raccolta fondi generale delle organizzazioni. Il peso è stato tra l’11 e il 25% per quasi 2 organizzazioni su 10.
“Sono dati che ci parlano di un fenomeno tutt’altro che in declino – commenta Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – Nel secondo semestre del 2020 abbiamo raccolto il punto di vista del pubblico rispetto al tema attraverso una ricerca nazionale, che ci parlava di un bacino di circa 5,5 milioni di italiani propensi al lascito solidale. Con questa nuova survey abbiamo invece guardato al fenomeno dal punto di vista delle organizzazioni, ed è stata la conferma che la cultura del testamento solidale si sta diffondendo nel nostro Paese, anche grazie all’opera di sensibilizzazione che il Comitato porta avanti sin dal 2013”. Per il 61% delle ONG a donare un lascito testamentario sono donne, mentre per oltre il 30% il testamento solidale viene scelto in egual misura da uomini e donne. La maggioranza di persone che fanno un lascito ha comunque già un’abitudine alla donazione (70%), non necessariamente a favore della onlus che si sceglie poi per le ultime volontà.
La pandemia ha aumentato l’interesse verso il lascito per oltre il 48% delle onp, mentre per un altro 48% la situazione è rimasta invariata. Ma per il 74% il clima vissuto nel 2020, anno in cui il Covid-19 è sbarcato anche in Italia, ha accelerato la scelta di chi stava già pensando di redigere un testamento solidale. Il 22% del campione ha poi avuto esperienza diretta di donatori che hanno optato per un lascito testamentario dopo aver vissuto, in prima persona o in famiglia, l’esperienza del Covid-19.
Oltre il 90% delle onp negli ultimi 5 anni rileva un aumento delle richieste di informazioni e dell’interesse sui lasciti; di queste, il 39% segnala un incremento in particolare nell’ultimo anno. L’età media di chi si informa resta alta, tra i 60 e i 70 anni (65%). Per il 26% delle onp, l’età di chi chiede informazioni risulta di oltre 70 anni.
Molte organizzazioni la percepiscono come una sfida: portare la cultura del lascito a un target più “giovane”, già a partire dai 50 anni. Il 74% delle onp dichiara di avere già messo in atto delle strategie di comunicazione per portare il tema del lascito ad un target di fascia +50 o di essere seriamente intenzionata a farlo.
Il testamento solidale è un lascito a favore di enti, associazioni e organizzazioni onlus, una scelta che permette di contribuire a cambiare il mondo, anche dopo la vita. Un gesto semplice e non vincolante, che può essere ripensato, modificato in qualsiasi momento e senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari. E senza che siano necessari ingenti patrimoni, perché per sostenere il lavoro quotidiano di associazioni impegnate nelle più importanti cause umanitarie e scientifiche, anche un piccolo lascito può fare la differenza. Si può lasciare anche solo una piccola parte dei propri beni, ad esempio una somma di denaro di qualsiasi entità, un bene mobile (un arredo, un’opera d’arte, un gioiello etc..), un bene immobile, una polizza, azioni e titoli d’investimento.