Il 20 febbraio 1981 usciva in sala “Bianco Rosso e Verdone”, il film diretto e interpretato da Carlo Verdone, diviso in tre episodi in cui, attraverso i personaggi del pedante Furio, dell’ingenuo Mimmo e dello sventurato Pasquale, si raccontava un po’ dell’Italia di allora.
Da allora sono passati 40 anni e lo ricorda sul profilo Facebook lo stesso Verdone che, da pochi giorni, è in libreria con il suo libro “La carezza della memoria”.
Verdone e la passione per la musica
“Una vita senza la passione per la musica fa parte di anime austere, incapaci di lasciarsi andare, tristi e probabilmente noiose. Senza note, questo orrendo periodo sarebbe ancora più orribile”. E’ la riflessione pubblicata sui social da Carlo Verdone dopo una visita nello storico negozio romano di vinili e cd Elastic Rock. “Il mio tempietto della musica” come lo definisce l’attore che precisa “in cui ho trovato la colonna sonora di Posti in Piedi in Paradiso, una vera rarità”.
“Cercavo – prosegue Verdone – qualcosa di nuovo che ho trovato. Ma mi sono ritrovato anche una caterva di libri di clienti ai quali dovevo dedicare il libro e copertine di dvd di Bianco Rosso & Verdone . Non capivo… Poi Massimiliano mi ha ricordato che proprio oggi ricorrono i 40 anni di questo amato film. Sono più bravi loro a ricordare gli anniversari che me”.
Lo scetticisimo di Verdone vinto dal successo
“Bianco Rosso e Verdone” è stato girato prevalentemente nell’autunno del 1980 poiché Leone tardò nel dare inizio alle riprese; tra numerose difficoltà per il clima freddo, Carlo Verdone interpreta Mimmo e Pasquale in tenuta estiva. Sergio Leone incaricò il fratello di Carlo, Luca Verdone, affinché gli comunicasse segretamente un resoconto quotidiano e dettagliato delle riprese.
Carlo era scettico sulla realizzazione del film − percepito come una normale continuazione del suo precedente lavoro, “Un sacco bello” e temeva di andare incontro ad un flop. Sciolse la riserva, dopo una lunga riflessione ,nella quiete della sua residenza di campagna.
I dubbi iniziali del produttore dell film Sergio leone
Sergio Leone, il produttore del film, era molto titubante nell’intitolarlo Bianco, Rosso e Verdone. Nel 1972 era, infatti, uscito un film con Sophia Loren intitolato Bianco, Rosso e…. che non aveva avuto successo. Le riserve di Leone si concentravano anche sul personaggio di Furio, temendo che questi potesse risultare particolarmente odioso al pubblico. Prima dell’uscita del film, organizzò una proiezione privata in casa sua cui parteciparono, oltre a Verdone, Alberto Sordi, Monica Vitti, e il calciatore brasiliano Roberto Falcao. Al termine della visione del film tutti gradirono molto il personaggio di Furio, soprattutto Sordi che, addirittura, si congratulò con Verdone, togliendo cos’ ogni dubbio al produttore.
Il personaggio muto ispirato al grande Jacques Tatì
Il personaggio di Pasquale fu un’invenzione di Verdone che volle compensare la logorrea di Furio Zoccano con un personaggio completamente muto. Si ispirà ai personaggi dei film dello starordinario attore e mino Jacques Tatì, che lui aveva visto ed apprezzato più volte al cineclub Filmstudio di Roma.
Un omaggio anche al tricolore
I caratteristici colori delle auto dei protagonisti come anche il titolo del film, si rifanno al nostro tricolore. L’auto di Mimmo è una 1100 D verde, quella di Furio è una Fiat 131 Panorama bianca mentre quella di Pasquale è una Alfasud 1.2 rossa.