Manca una convergenza politica sullo stop ai licenziamenti. Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando apre all’ipotesi di un blocco selettivo e il PD propone 13 settimane di cassa Covid aggiuntiva fino a fine settembre e stop ai licenziamenti per le imprese che sottoscrivono un accordo con i Sindacati e che appartengono ai settori ancora in crisi. Per il Presidente dell’Inps, Tridico, “i settori più colpiti hanno bisogno di un’ulteriore protezione fino al 31 ottobre”.
Dubbi di Sbarra della Cisl: “Complicata una selettività per comparti e settori”. Valanga di emendamenti in Commissione Bilancio della Camera al decreto Sostegni-bis: le proposte di modifica presentate dai Gruppi Parlamentari sono quasi 4.000. Al centro dell’attenzione, in particolare, il delicato tema dei licenziamenti.
Tredici settimane di cassa Covid aggiuntiva, dal primo luglio a fine settembre, per le imprese che sottoscrivono un apposito accordo con le organizzazioni sindacali e che appartengono ai settori ancora in crisi, individuati con Decreto ministeriale dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, con contemporaneo blocco delle procedure di licenziamento. E’ questa la proposta principale su cui punta il Partito Democratico per modificare il Decreto Sostegni-bis e prolungare selettivamente lo stop ai licenziamenti. L’emendamento è stato depositato in Commissione Bilancio della Camera.
“Il blocco selettivo dei licenziamenti – dichiara il Ministro del Lavoro Andrea Orlando – è una strada possibile, però a questo punto credo che la dicussione debba passare soprattutto nel confronto tra le forze politiche” perché “è inutile” fare ipotesi che “non trovano poi la convergenza nella maggioranza. Il problema fondamentale – avverte – è capire qual è il meccanismo più utile ad attenuare, a ridurre rischi e traumi”.
Dal canto suo il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico si dichiara convinto che “I settori più colpiti hanno bisogno di un’ulteriore protezione, per loro e sotto determinati requisiti si può pensare di consentire il blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre- spiegando che tra i settori per i quali è opportuno allungare il blocco dei licenziamenti c’è sicuramente il tessile. Ma – aggiunge Tridico – anche la produzione e la vendita di articoli di abbigliamento e delle pelli” quindi “le produzioni di stampe e supporti di registrazione e il settore del tabacco. E anche quello della fabbricazione di auto e rimorchiatori è in affanno, ma qui conta soprattutto la crisi strutturale del settore”.
Sul blocco dei licenziamenti si pronuncia anche Giuseppe Conte durante l’iniziativa “Verde e Giusta”: “la strada non è individuare i settori particolarmente critici: non è con i codici Ateco che si può affrontare l’impatto sul piano occupazionale che le ripartenze avranno. Bisogna, e ci stavamo già lavorando con il Conte 2, riformare integralmente il sistema degli ammortizzatori sociali che è completamente vetusto e introdurre dei meccanismi di protezione dell’occupazione che più che basarsi sui codici Ateco e su settori astrattamente definiti, si basi sui cali di fatturato reali, su criteri circostanziati e precisi “.