La Borsa italiana mostra l’indice Ftse Mib che segna a fine giornata +0,65% a quota 27.714 punti. L’evento protagonista della giornata di scambi oggi è stata la lettura di dicembre dell’inflazione USA, salita come da attese al 7%, rispetto al +6,8% di novembre. Si tratta del livello più alto dal febbraio del 1982. Escludendo le componenti più volatili, rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, l’inflazione core è avanzata del 5,5%, rispetto al +4,9% precedente.
Il titolo di Azimut è arrivato a segnare oltre +4% a 26,45 euro. Il Gruppo presieduto da Pietro Giuliani stima di chiudere il 2021 con il miglior utile netto consolidato della storia del gruppo, compreso fra 600 e 605 milioni di euro, superiore alla guidance fornita al mercato (pari a 350 – 500 milioni). Alla fine del 2021, il patrimonio del business estero ha raggiunto il 40% del totale, e la contribuzione all’Ebitda gestionale dell’estero è stimata a circa 70 milioni.
Positiva la seduta per Iveco (+5,5%) che ha incassato il buy degli analisti di Intesa Sanpaolo che hanno avviato la copertura sul titolo con target price a 16,9 euro.
Tra le big positivo il titolo ENI (+1,89% a 13,052 euro) che si è portato sui massimi da febbraio 2020, seguito da Intesa Sanpaolo con +2,56% e da Stellantis (+1,89 a 18,38 euro) che sono anche i due migliori titoli del Ftse Mib da inizio anno.
Per il comparto delle banche, Bper chiude con un -0,1% a 1,928 euro e sarebbe intenzionata a non fermarsi all’operazione Carige e punterebbe a integrare anche la Popolare di Sondrio, di cui Unipol (maggiore azionista di Bper) detiene già il 9,5%. Si parla di Unicredit (-3,23%) che secondo i bene informati ha iniziato a guardare con interesse alla Russia. Nel mirino Otkritie Bank con un processo di due diligence che potrebbe prendere il via questa settimana stando a quanto riportato dall’agenzia Bloomberg.
In calo oggi TIM (-0,2%) con le ultime indiscrezioni che vedono in agenda il 21 gennaio il Cda che designerà Labriola come prossimo Ceo del Gruppo Tlc. Sempre rumor di stampa indicano perplessità da parte degli advisor di TIM circa le tempistiche previste dall’offerta di KKR che prevederebbero 9 mesi per chiudere l’Opa e 24 mesi per completare il demerger della rete fissa. In realtà questi tempi sarebbero incompatibili con le scadenze per l’ottenimento delle sinergie della rete unica.