A Brasilia sono stato esonerati i vertici di tutte le forze di sicurezza accusati di comportamento omissivo in occasione dell’assalto ai palazzi del potere commesso domenica dai sostenitori radicali di Jair Bolsonaro. Lo ha deciso il segretario esecutivo del Ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli.
Tra gli esonerati ci sono il Comandante della Truppa d’assalto, il Maggiore Gustavo Cunha; il Capo del dipartimento delle operazioni, colonnello Eduardo Naime; il segretario esecutivo e commissario della Polizia federale, Fernando Souza Oliveira, e Marília Ferreira de Alencar, sottosegretaria all’Intelligence. L’atto amministrativo firmato da Cappelli formalizza anche il licenziamento del colonnello Fábio Augusto Vieira, ex comandante generale della Polizia militare, che si trova incarcere.
Il giudice della Corte suprema, Alexandre de Moraes, ha proibito l’occupazione e il blocco di strade o autostrade, nonché qualsiasi manifestazione organizzata davanti agli edifici pubblici. Era stato chiesto dall’Avvocatura generale dello Stato (Agu), che ha appreso che gruppi estremisti avrebbero convocato via Telegram nuove proteste nella capitale, Brasilia, e negli altri capoluoghi del Paese. Il giudice ha inoltre disposto che Telegram, entro due ore, blocchi canali, profili e account di gruppi legati all’ex Presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro.
Moraes, uno degli undici componenti della Stf, ha dichiarato: “Assolutamente NIENTE giustifica l’esistenza di accampamenti pieni di terroristi, sponsorizzati da vari finanziatori e con la compiacenza delle autorità civili e militari in totale sovversione del necessario rispetto della Costituzione federale. E assolutamente NIENTE giustifica l’omissione e la connivenza delle autorità locali con i criminali che, in precedenza, annunciavano che avrebbero commesso atti violenti contro i Poteri costituiti, come viene ora riproposto in un nuovo susseguirsi di post nei gruppi dell’applicazione digitale Telegram”.
Lula ha commentato l’assalto ai palazzi del potere a Brasilia di domenica scorsa: “Vorrei pensare a qualcosa di minore del golpe, che sia stata opera di un gruppo di squilibrati. Sono atti di una minoranza che continua a credere nella menzogna di brogli alle elezioni e che non vuole accettare il fatto che la nostra urna elettronica è la più perfetta al mondo. Avrei voluto evitare l’intervento federale, ma questa gente non vuole dialogare”.