A lanciarsi in giudizi prematuri e previsioni sull’operato delle personalità del mondo politico degli ultimi tempi, oggi si rischia di commettere errori madornali. Eppure siamo convinti che la nomina di Alessandro Giuli, Ministro della Cultura sia una scelta giusta, perché come recita un vecchio detto sembrerebbe proprio “essere l’uomo giusto al posto giusto”.
Formatosi politicamente nella destra, amico di vecchia data di Giorgia Meloni, e’ sempre stato apprezzatamente moderato nel giudicare i fatti accaduti e gli errori commessi dalle ideologie del passato, e con il suo tono della voce sempre pacato e ponderato, Alessandro Giuli, ha sempre mostrato serietà e compostezza nell’affrontare il confronto politico, senza mai ricorrere a toni eccessivi, prevaricatori e sgradevoli, sul piano delle relazioni sociali e di lavoro.
Giuli, nasce a Roma il 27 settembre 1975, lascia l’incarico di presidente della Fondazione Maxxi di Roma, conferitogli proprio da Sangiuliano il 23 novembre 2022.
Dopo qualche anno di studi in Filosofia alla Sapienza di Roma, Giuli ha cominciato come cronista scrivendo inizialmente per quotidiani locali e poi passando al ‘Foglio’.
Nel 2004 diventa giornalista professionista, e sempre nella stessa testata diventa nel 2008 vicedirettore e poi condirettore fino al 2017.
Come giornalista, ha collaborato con l’Inkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria. Poi la carriera televisiva, che lo vede fra 2019 e 2020 ospite fisso della trasmissione ‘Patriae’, condotto da Annalisa Bruchi su Rai 2, e nel 2020 affiancare Francesca Fagnani in ‘Seconda linea’, sempre su Rai 2.
Il neoministro della Cultura del governo italiano è anche autore di diversi libri, tra cui ‘Il passo delle oche. “L’identità irrisolta dei postfascisti”, edito da Einaudi, e “Gramsci è vivo”, edito da Rizzoli.
E’ sposato con Valeria Falcioni, una collega giornalista con cui ha avuto due figli, nati nel 2016 e nel 2019.
