Ciao Darwin: quattro persone a processo per lesioni personali gravissime

Era il 17 aprile 2019 quando si è registrata la puntata di “Ciao Darwin“, che è andata in onda il successivo mese di maggio, quando Gabriele Marchetti ha camminato per l’ultima volta. Infatti durante la prova del Genodrome, un percorso ad ostacoli famoso nel programma di Paolo Bonolis, cade sbattendo violentemente la schiena.

Immediatamente trasportato in codice rosso al Policlinico Umberto I di Roma  e successivamente trasferito alla Fondazione Santa Lucia, Marchetti ha riportato un grave danno neurologico alla spina dorsale. É rimasto paralizzato dal collo in giù.

All’epoca dei fatti il 54enne di Roma aveva partecipato alla puntata dedicata allo scontro tra la squadra dei “Finti giovani” e quella dei “Nati vecchi“. Tutto sembrava andare per il meglio, ma durante l’ultimo segmento della gara ovvero la corsa sui rulli, il concorrente è caduto, riportando una grave paralisi.

A due anni di distanza da quel tragico avvenimento, la Procura di Roma ha chiuso le indagini preliminari sull’incidente; ora quattro persone rischiano il processo con l’accusa di lesioni personali gravissime. Le persone in questione sono: Sandro Costa e Massimo Porta, entrambi dirigenti di Rti quando è avvenuto il dramma. Massimiliano Martinelli, dirigente della società Maxima, accusato di non aver proceduto a un’adeguata progettazione della struttura e Giuliana Giovannotti, dirigente del gruppo “Sdl 2005” perché non avrebbe accertato l’idoneità di Marchetti come concorrente nello svolgimento della prova dei rulli.

Le parole di Paolo Bonolis dopo la puntata di Ciao Darwin

Subito dopo l’incidente a “Ciao DarwinPaolo Bonolis aveva dichiarato: “Ovviamente siamo umanamente molto dispiaciuti dell’accaduto e siamo vicini a lui e alla sua famiglia, lo siamo stati fin dal primo momento. Abbiamo posto in essere tutte le misure necessarie, tutto quello che era necessario al suo immediato soccorso. Abbiamo costantemente monitorato tutto lo sviluppo della vicenda”.

Ora i quattro indagati rischiano di finire sotto processo, qualora entro venti giorni non depositino memorie difensive che convincano gli inquirenti a escludere la loro responsabilità.

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