Cinema: “Il capitano Volkonogov è scappato” di Merkulova e Chupov

Nella giornata di ieri, 8 settembre, la Mostra del Cinema di Venezia ha parlato russo. Presentato “Kapitan Volkonogov bezhal (Il capitano Volkonogov è scappato)” del duo Natasha Merkulova e Aleksey Chupov.

La trama del film

Il capitano del servizio di sicurezza nazionale Fedor Volkonogov è apprezzato dal suo comandante e rispettato dai colleghi. La sua esistenza però subisce una brusca svolta quando viene accusato di un crimine. L’uomo riesce a scappare prima di essere arrestato, e in una frazione di secondo diventa una preda inseguita dagli stessi ex-colleghi. Durante la notte riceve un avvertimento dall’aldilà: sebbene sia destinato all’inferno e a tormenti eterni, ha ancora una possibilità di cambiare il suo destino ed essere accettato in paradiso, a patto che si penta e almeno una persona gli conceda un perdono sincero. Fedor parte allora alla ricerca della sua assoluzione, senza avere però idea delle prove che dovrà affrontare in un simile percorso. 

Un viaggio che assomiglia a una via crucis da videogame, fatta di livelli, azione, inseguimenti, incontri con vari personaggi che segnano il grado d’avanzamento del protagonista. È un percorso di salvezza tutto pratico, quasi burocratico. Ma che si dispiega nello scenario di una città surreale, abitata da miseria, degrado e disperazione, sventrata pur tra i segni della sua bellezza monumentale.

Natasha Merkulova e Aleksey Chupov hanno dichiarato sul loro lavoro presentato alla Mostra del Cinema: “Il film è una parabola postmoderna con elementi del thriller mistico, una favola nera su un carnefice che all’improvviso scopre di avere un’anima. L’anima deve essere salvata, ma a lui rimane poco tempo, e così incomincia la ricerca disperata di redenzione spirituale. Gli autori del film pensano che sia estremamente difficile vivere sapendo che esistono ancora le torture, e che ogni giorno da qualche parte del mondo qualcuno sta torturando altri esseri umani. Chiunque può trasformarsi in un carnefice, se il sistema decide di farti diventare tale. Ma ci può essere perdono per un tale crimine? Esiste un paradiso per i torturatori?

 

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