“Sono molto felice e orgogliosa di questo premio, di essere di nuovo alla Mostra del Cinema di Venezia, dove sono già stata tante altre volte. La mia è una lunga storia con il festival, conservo tanti bei ricordi. E sono ancora qui ed è successo, perché ho ancora desiderio di lavorare per il cinema, il mio, il nostro mondo”. Sono le parole dell’attrice francese Catherine Deneuve che ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera. Le è stato consegnato ieri sera, dal Presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto.
La motivazione nelle parole di Desplechin: “lei è una rivoluzione”
La motivazione del premio è stata formulata con una laudatio letta dal regista e sceneggiatore francese Arnaud Desplechin. “Cara Catherine, lei era venuta alla Mostra nel 1964 fuori concorso, con il film ‘Les Parapluies de Cherbourg’. Ed è stata una rivoluzione. Anche i bambini lo sanno: lei è una rivoluzione. Il suo essere bionda per noi era come la nostra bandiera, la stessa bandiera di Marilyn. Lei ha preso consapevolezza di sé stessa e non c’è nulla di più bello. È questa conquista di sé che è ammirevole. Con Demy si era commossa fino alle lacrime, la vedo ancora sul binario di quella stazione, ieri, oggi… Non ha mai smesso di commuoversi. Follemente. Ed è innanzitutto l’amore per il cinema che voglio condividere con lei. Solo il cinema, irriducibile…”.
“Non conosco nessuna donna o uomo che ami il cinema con tanto ardore. Lei è la mia eroina, il mio eroe – ha detto Arnaud Desplechin -. Una volta ho scritto che lei, Catherine Deneuve, è una delle cineaste più importanti che io conosca. Lo pensavo e lo penso ancora. A rischio di farla arrossire, Catherine, con i suoi ruoli lei ha inventato un’opera completa. Ogni suo film è stato firmato da lei, con un tratto sicuro che stasera voglio chiamare: modernità. E penso a Truffaut o a Stendhal, che amava tanto l’Italia. Stendhal riprendeva le sue frasi quando avevano la sfortuna di essere lunghe dodici piedi. Odiava l’accademia. Stendhal preferiva la vita. Accanto a Truffaut, lei ha scelto la vita e ha inventato il cinema di prosa. Della prosa moderna. Tutto il cinema si è nutrito dello stile della Deneuve, veloce come una mitragliatrice e addormentato come un sogno. Sto esagerando? Nel 1967 ha presentato Bella di giorno di Buñuel a Venezia e il mondo non si capacitava della dolcezza di un simile scandalo. Lei ha un gusto, sì, un gusto, per il sale impuro della vita inconfondibile appena lei è sullo schermo. È la sua firma. Cinema e vita non sono mai tanto belli come quando sono impuri. L’amore per il romanzo è in tutti i suoi film. Con Téchiné, Wargnier o Bercot, ha saputo reinventare il cinema del romanzo. Ma non so fare una lista di film. Voglio essere qui, stasera, a Venezia, dove le verrà assegnato il Leone d’oro. Voglio ricordare Kore Eda, o Le Vent de la Nuit, o Place Vendôme che l’hanno già incoronata. Catherine, stasera voglio dirle che conosco un unico artista orgoglioso e libero come lei. È Bob Dylan. Lui ha ricevuto il Nobel, lei il Leone d’oro. Mademoiselle, lei ha reso la mia vita un incanto. La sua libertà è ciò che desidero. A nome di tutti gli spettatori, grazie”.
(foto di Pixabay)