A causa delle condizioni meteorologiche estreme caratterizzate da caldo intenso al Centro-Sud e maltempo al Nord, sia in Europa che in Italia si sono registrati crescenti numerosi test positivi al Covid, soprattutto negli ultimi mesi.
Nel nostro Parse , secondo l’ultimo monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute, nella settimana dal 18 al 24 luglio si sono registrati oltre 13mila nuovi casi di infezione da Sars-Cov-2: circa il 50% in più rispetto agli 8.940 del periodo 11-17 luglio. L’incidenza è stata pari a 23 casi per 100mila abitanti, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente di 15 casi/100mila.
Allen Haddrell, ricercatore della School of Chemistry dell’università di Bristol, attribuisce l’aumento dei casi rilevati di malattie da virus respiratori può essere dovuto a diversi fattori, tra cui nuove varianti virali, vacanze, viaggi e grandi eventi con molte persone assembrate senza restrizioni e lo scienziato addebita la diffusione di malattie virali respiratorie anche all’uso eccessivo dell’aria condizionata, che potrebbe avere un ruolo nella trasmissione dei virus.
Molti di questi condizionatori raffreddano l’aria in locali con le finestre chiuse e evitano all’ingresso di aria calda e in un certo senso “sigillano” l’edificio, il che potrebbe portare a un aumento della trasmissione dei virus”.
Opinione che è condivisa anche dal virologo Fabrizio Pregliasco, interpellato in merito dall’Adnkronos Salute, che tuttavia ironizza sul ritorno “del tormentone” scoppiato “nei momenti più acuti della pandemia” quando “l’aria condizionata era stata quasi criminalizzata”.
“Il potenziale rischio infettivo esiste, come pure alcuni studi iniziali in Cina avevano evidenziato all’epoca dell’emergenza coronavirus. Ma è concreto solo se l’aria condizionata viene mal gestita, senza assicurare un buon ricambio”, ha puntualizzato Pregliasco Direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università Statale di Milano.
Secondo Pregliasco negli ambienti domestici una buona ventilazione, un ricambio d’aria con l’apertura, di tanto in tanto, delle finestre, può aiutare a evitare l’accumularsi negli ambienti chiusi dei “droplets“, le goccioline respiratorie possibile vettore di virus.
“Contro le infezioni respiratorie in generale è necessario fare molta attenzione agli sbalzi – precisa Pregliasco – serve una climatizzazione prudente nel passaggio caldo-freddo/freddo-caldo così da permettere all’organismo un’omeostasi termica, ossia un adattamento lento e progressivo”.
Lo scienziato aggiunge che “per contenere la diffusione dell’infezione è importante adottare diverse altre precauzioni, come l’utilizzo della mascherina nei luoghi affollati e sui mezzi pubblici quando si ha a che fare con persone fragili, come anziani e individui con patologie cardiovascolari e respiratorie, proteggere naso e bocca quando si starnutisce o si tossisce, utilizzando fazzoletti usa e getta, aiuta. È importante anche igienizzare frequentemente le mani, poiché i virus respiratori si diffondono anche toccandosi occhi, naso o bocca con mani contaminate”.
Pregliasco raccomanda che in caso di sintomi respiratori febbrili, è consigliato rimanere a casa e informare il proprio medico curante. Infine, è fondamentale la vaccinazione per le infezioni respiratorie per le quali è disponibile un vaccino, come il Covid-19.