Il Portavoce dell’ONU ha dichiarato che l’Unifil, le Forze di pace in Libano, sono state costrette a sospendere le diverse attività di pattugliamento.
I peacekeeper dell’ONU in Libano “non sono in grado” di pattugliare il terreno, ha detto il Portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric.
“I nostri Caschi blu Unifil rimangono in posizione nell’area di responsabilità della missione, mentre l’intensità dei combattimenti impedisce i loro movimenti e la capacità di svolgere i compiti loro assegnati” – ha detto la portavoce in conferenza stampa.
“Data l’intensità dei razzi, non sono in grado di effettuare pattugliamenti” – ha aggiunto riferendosi alla forza delle Nazioni Unite in Libano, che conta circa 10.000 uomini tra cui circa 1.200 soldati italiani.
Per quanto riguarda il nostro contingente va sottolineato che i nostri militari restano nelle proprie Basi e ovviamente sono state inevitabilmente sospese tutte le attività di assistenza e umanitarie nei confronti della popolazione civile libanese, che erano anche estese nelle aree con elevata presenza di entità Hezbollah.
Le missioni ONU in Libano, attive da anni, hanno visto sempre l’Italia come protagonista: anche per questo molti comandanti dell’UNIFIL sono stati tricolori con l’ultimo, Stefano del Col, che ha ricoperto l’incarico fino al 2022.
La situazione attualmente dal punto di vista militare è gravemente peggiorata mettendo a rischio i contingenti delle Nazioni Unite che non dispongono peraltro di armamenti idonei a contrastare un eventuale attacco da parte di altre forze armate perché non previsto dagli accordi internazionali e dalle regole di ingaggio stabilite dalle Nazioni Unite.
Il Colonnello Bruno Vio, Portavoce della Brigata Alpina “Taurinense” che ha appena dato il cambio alla Brigata “Sassari”, alla guida del Sector West in Libano, ha dichiarato – “Dal 7 ottobre se dobbiamo fare un calcolo direi che siamo stati costretti a ripararci nei bunker più o meno quattro giorni su dieci”.