nascite

Continua, anzi si aggrava, in Italia l’emergenza demografica

Si è, purtroppo, subito spenta per il nostro Paese la fiammella di speranza, alimentata dagli esiti statistici dell’ultimo bimestre dello scorso anno, in tema di nascite, che aveva registrato un segno positivo nei confronti dell’analogo periodo del 2020. Infatti, nel primo trimestre del 2022 le nascite sono state ancora una volta inferiori alle 100mila unità e in ulteriore calo rispetto al livello del corrispondente periodo dell’anno precedente (91mila contro 95mila).

Il bilancio demografico del trimestre iniziale del 2022, cioè la differenza tra nascite e morti registra, poi, una contrazione di 100mila unità, facendo, così, scendere il livello complessivo della popolazione italiana al di sotto dei 59 milioni.

Con una proiezione statistica di breve periodo si può, dunque, ragionevolmente prevedere che quest’anno, ancora una volta si scenderà al di sotto delle 400mila nascite e che, salvo rimbalzi inopinati, il 2022 registrerà un’ulteriore flessione rispetto al 2021. In questa prospettiva appare ben lontana la meta delle 500mila nascite annue, considerate indispensabili per contribuire a ridare nel tempo un equilibrio demografico soddisfacente all’Italia. Anzi, sembrano al momento confermarsi le pessimistiche previsioni formulate dall’ ISTAT ed espresse dal suo Presidente, Gian Carlo Blangiardo, secondo cui, in caso di mancata inversione di questa tendenza negativa, l’Italia è destinata a perdere da qui al 2050,  5 milioni di persone, nonostante i flussi migratori.

Al di là dei dati statistici, l’evoluzione demografica italiana è motivo di seria preoccupazione per l’equilibrio economico complessivo del Paese. Infatti, qualora venissero confermate le attuali previsioni di calo della popolazione e di bilancio demografico negativo, si arriverebbe ad una situazione di assoluta emergenza sul piano della sostenibilità economica, con un rapporto poco più che paritario tra le persone in età lavorativa e il resto della popolazione, suddivisa nelle due parti di quanti gravano sulla società per le loro spese di educazione e degli altri che sono in trattamento di quiescenza e con crescenti bisogni di assistenza sanitaria.

In definitiva, una prospettiva, decisamente, catastrofica, per scongiurare la quale sono state approntate alcune importanti misure di sostegno alle famiglie raggruppate nel recente Family Act,   la cui entrata in vigore si rende, pertanto, ancor più alla luce degli ultimi esiti statistici, di assoluta urgenza e non  differibile.

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