Nel cantiere dove era in corso la costruzione del nuovo supermercato Esselunga di via Mariti a Firenze c’erano “diverse criticità“. Tra gli operai deceduti alcuni sono risultati “in una condizione di irregolarità circa la loro presenza sul territorio nazionale“, ma questo non significa che non potessero avere un contratto regolare di lavoro. Ma su questo aspetto “le verifiche sono tuttora in corso“.
“È un’inchiesta complessa” quella sull’incidente sul lavoro nel quale sono morti cinque operai, dei quali uno risulta ancora disperso sotto le macerie, mentre altri tre sono rimasti feriti. Il Procuratore Capo di Firenze, Filippo Spiezia, ha fatto il punto sulle indagini in una conferenza stampa nel palazzo di giustizia. Il fascicolo d’inchiesta, ancora a carico di ignoti, è stato aperto per le ipotesi di reato di omicidio plurimo aggravato dall’inosservanza delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e disastro per crollo colposo. Il procedimento penale viene seguito dai Pubblici ministeri Francesco Sottosanti e Alessandra Falcone e personalmente dal procuratore Spiezia.
Da una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente, è risultato che “nella parte di cantiere interessata dal crollo erano presenti 8 lavoratori, operanti per 3 imprese diverse” – ha precisato Spiezia. Di questi, un operaio italiano, “compiutamente identificato” – ovvero il 59enne Luigi Coclite, residente a Collesalvetti (Livorno), nella frazione di Vicarello, è “risultato deceduto al momento dell’arrivo dei primi soccorsi e delle forze di polizia giudiziaria, mentre altri tre operai, di origine rumena, “anch’essi con identità accertata, sono stati trasportati in ospedale“.
“Altri quattro operai sono risultati dispersi sotto le macerie e non risultano ancora specificamente identificati, anche se sono stati comunque accertati i nominativi” – ha ulteriormente precisato il procuratore. Si tratta di Taoufik Haidar, 43 anni, che dalla scorsa estate viveva a Chiuduno, in provincia di Bergamo, dopo aver vissuto per diversi anni a Palazzolo sull’Oglio, comune in provincia di Brescia al confine con la provincia bergamasca; Mohamed El Ferhane, marocchino di 24 anni; Bouzekri Rahimi, marocchino di 56 anni, che risulta ancora disperso e le cui ricerche da parte dei vigili del fuoco vanno avanti ad oltranza; Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni. Questi ultimi tre risulterebbero residenti a Palazzuolo sull’Oglio.
Attraverso l’encomiabile ed ininterrotta opera dei vigili del fuoco sono stati recuperati, al momento, i corpi di tre operai – ha ricordato il procuratore Filippo Spiezia – mentre continuano le ricerche della quinta vittima, rese difficili dal particolare stato dei luoghi conseguenti al crollo, nel quale sussistono condizioni di perdurante insicurezza“.
Il Procuratore Capo di Firenze ha chiarito anche che “sono state avviate le complesse operazioni di compiuta identificazione dei corpi rinvenuti sotto le macerie, anche attraverso gli esami di natura scientifica per conseguire la certezza delle identificazioni personali ed abbinare i nomi con i corpi degli operai, che hanno pesantemente subito l’azione del crollo dei materiali cementizi“.
Per accertare con certezza l’identità dei quattro operai nordafricani rimasti sotto le macerie occorrerà anche il contributo di esperti di genetica. “E’ iniziata una complessa attività di identificazione di ciò che resta di questi corpi degli operai che sono stati travolti da strutture imponenti – ha sottolineato Spiezia – Questa operazione richiede competenze scientifiche anche di tipo genetico perché alcuni di questi corpi sono davvero in condizioni drammatiche“.