Si è concluso da pochi giorni con un esito decisamente positivo l’esame degli organismi finanziari del Vaticano da parte di Moneyval, l’organismo del Consiglio Europeo, preposto alle politiche di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.
Un esito, che si sintetizza in una valutazione, che include cinque giudizi di “efficacia sostanziale” e sei di “efficacia moderata”. Si tratta, in definitiva, di un risultato particolarmente significativo, che giunge a conclusione del lungo e complesso lavoro di allineamento delle istituzioni finanziarie del Vaticano ai migliori parametri internazionali della legalità economica.
Un riconoscimento importante, che fa seguito all’altro, egualmente di notevole significato sul piano internazionale, rilasciato poco tempo prima dall’IRS, l’Agenzia delle Entrate degli Stati Uniti d’America, che ha inserito la Santa Sede tra le giurisdizioni finanziarie coerenti con i migliori standard internazionali in tema di legalità economica.
Il processo di allineamento agli standard internazionali è stato guidato dall’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria- ASIF, costituita nel 2010 e al cui vertice, da circa un anno e mezzo, siede Carmelo Barbagallo con un passato di esperienze composite in Banca d’Italia, tra cui spicca la responsabilità della Vigilanza.
Oltre alla legittima soddisfazione per i riconoscimenti, va sottolineato in questa vicenda il ruolo fondamentale dell’aspetto reputazionale, messo a dura prova, in un passato anche recente, da alcune vicende inquietanti, che ha creato sconcerto nelle gerarchie vaticane e notevole disorientamento nell’opinione pubblica.
Un aspetto reputazionale, che non è fine a sé stesso, ma che ha riflessi operativi significativi, come recentemente ricordato pubblicamente dal Presidente dello IOR, Jean Baptiste de Franssu, alla luce della crescita del numero delle controparti finanziarie acquisite nel mondo da questa banca, rispetto all’esigua schiera di interlocutori di qualche anno fa.