Il fenomeno del trading on line, che ha ormai dimensioni globali, sembra aver messo saldamente le proprie radici anche in Italia. Nelle scorse settimane, sia il Rapporto della Consob sulle scelte finanziarie delle famiglie, sia il Rapporto annuale di Assosim, l’Associazione che rappresenta gli intermediari finanziari, hanno messo in evidenza la notevole crescita di questo strumento di accesso ai mercati. In particolare, dal Rapporto annuale di Assosim si può dedurre la crescita di popolarità del trading on line, utilizzando l’analisi degli scambi condotti su Borsa Italiana; un dato, che, da un lato nel suo complesso mette in evidenza la difficoltà di fare raffronti statistici temporali significativi a causa dell’incidenza degli effetti della pandemia da Covid’10; dall’altro segnala una contrapposizione tra la contrazione degli scambi effettuati per conto proprio dagli intermediari (-6,7% rispetto al 2020) e il marcato aumento (poco meno del 14%) degli scambi trattati per conto terzi, a testimonianza di una maggiore partecipazione degli investitori retail.
Al di là degli aspetti quantitativi, la diffusione del trading on line si presta, comunque, ad alcune considerazioni qualitative. La prima concerne l’impatto del periodo di lockdown, sperimentato nel 2020 e più limitatamente lo scorso anno, che ha contribuito a favorire l’accesso da remoto ai mercati finanziari, considerata anche la maggiore disponibilità di tempo a disposizione dei potenziali utenti costretti nella maggioranza a prestazioni lavorative dalla propria residenza.
La seconda considerazione tocca la diffusione delle piattaforme di trading – l’esempio più eclatante, anche se non l’unico, è la statunitense Robinhood, capaci di offrire i propri servizi senza richiedere commissioni; certamente, un fattore non secondario di attrazione per molti potenziali investitori verso l’uso di questo strumento.
Una terza considerazione, infine, prende in esame l’aspetto dell’overconfidence nelle proprie abilità di investitore, che, spesso, caratterizza il trader dilettante, che, viceversa, sottovaluta la rischiosità del mercato; un mercato condizionato dagli operatori professionisti in grado, sia di movimentare enormi volumi, sia di utilizzare strumenti di trading flash, sia, infine, di gestire in modo più appropriato le fasi di elevata volatilità del mercato. Un aspetto, quest’ultimo, che potrà essere contrastato, lo riaffermano anche i due rapporti di Consob e Assosim, solo con un innalzamento del livello di cultura finanziaria e, quindi, di maggiore consapevolezza nelle proprie scelte d’investimento finanziario.