I prezzi alla produzione in Cina sono saliti a novembre del 12,9% annuo, segnando un rallentamento su ottobre (+13,5%), ma andando oltre le previsioni degli esperti (+12,4%), in scia al giro di vite del Governo centrale sui costi delle materie prime e sul miglioramento della crisi energetica.
L’economia cinese, che ha avuto un netto rimbalzo dal crollo della pandemia, ha perso slancio negli ultimi mesi a causa delle tensioni sulle materie prime, sui problemi di debito nel settore immobiliare e a causa dei focolai di Covid-19.
Lunedì la Banca Centrale cinese ha adottato alcuni provvedimenti tra i quali anche il taglio dello 0,50% alle riserve obbligatorie degli Istituti di credito permettendo il rilascio di 190 miliardi di dollari sui mercati a sostegno dei finanziamenti a lungo termine.
I prezzi al consumo sono saliti del 2,3% su base annua, ha reso noto l’Ufficio Nazionale di statistica, leggermente meglio rispetto alle aspettative di un +2,5%, tuttavia segnando un rialzo dell’1,5% di ottobre. Il trend, tuttavia, rimane modesto poiché le restrizioni per il Covid-19 frenano i consumi e pesano sulla domanda, indicando un passaggio limitato dei prezzi alla produzione elevati a quelli retail. Per il momento non sono stati segnalati casi di variante Omicron in Cina.