Un obiettivo centrale dell’intero comparto edile è cercare soluzioni per ridurre quanto più possibile l’impatto ambientale degli edifici sia di nuova costruzione che di quelli sottoposti a interventi di di ristrutturazione. Questo risulta particolarmente importante considerando che il comparto delle costruzioni contribuisce in Europa a circa il 35% delle emissioni legate all’energia, senza contare che circa un quarto delle materie prime estratte a livello globale viene impiegato nell’edilizia, oltre a 500 milioni di tonnellate di rifiuti speciali prodotti dal comparto nel Vecchio Continente.
Quindi appare sempre più evidente la necessità di accelerare nella direzione dell’economia circolare e nel riutilizzo dei materiali edilizi di scarto. A tale proposito, nel mondo sono sempre di più i progetti e le realtà che stanno investendo nella messa a punto di soluzioni concretamente in grado di ridurre l’impatto ambientale del settore delle costruzioni.
Per esempio sempre più spesso si parla di eco-mattoni come quelli realizzati con la tecnologia dei polimeri leggeri composti da materiali di scarto che evitano l’impiego di malta o altre sostanze leganti che però garantiscono la stessa resa dei mattoni tradizionali.
Una sperimentazione dei ricercatori della Flinders University australiana afferma che per poter produrre eco-mattoni a partire dai rifiuti di olio da cucina miscelato con zolfo e diciclopentadiene (DCPD), due prodotti di scarto della lavorazione del petrolio. Le stesse ricerche hanno permesso di capire che l’aggiunta di fibra di carbonio come riempitivo può aumentare la resistenza meccanica degli eco-mattoni.
Tra le sperimentazioni e le applicazioni di materiali di scarto per rendere l’edilizia più sostenibile, dal 2016 si è distinta la società italiana Ricehouse che ha investito nel riutilizzo di scarti vegetali, in specifico quelli provenienti dal riso, per realizzare strutture prefabbricate in cemento naturale composto per oltre il 90% in pannelli di paglia e lolla di riso miscelata per il restante con cemento naturale ovvero con marna priva di additivi.
Nel campus dell’Università di Brighton è già stat realizzata la prima “casa” fatta di rifiuti. Di più recente costruzione è una delle prime case biologiche al mondo a Middelfart in Danimarca, la cui struttura è quasi interamente realizzata con scarti agricoli, specie paglia, erba e alghe. Una delle innovazioni riguarda il fatto che le materie prime sono state utilizzate senza combustione, il che ha evitato di produrre ulteriori emissioni, grazie all’impiego di una speciale miscela liquida a base di alcol furfurilico, anch’esso derivante dal riciclo di rifiuti agricoli.