L’Unione Europea avanza spedita con la nomina delle cariche apicali, lasciando poco spazio alle riflessioni per l’esito del voto in Francia.
Unica reazione dell’UE, infatti, è stata l’usuale understatement al risultato del primo turno delle elezioni legislative francesi. Tornata elettorale che ufficializza il Rassemblement National come primo partito del Paese. L’estrema destra, però, rimane lontana dalla maggioranza assoluta nel Parlamento francese. Giornata fondamentale sarà quella del 7 luglio, quando si conoscerà l’esito del voto al secondo turno. Appare poco probabile che Jordan Bardella, scelto da Marine Le Pen come ‘delfino’, possa conquistare il Governo del secondo Paese dell’UE.
Tuttavia, per gli equilibri dell’Unione, la cattiva notizia è l’indebolimento netto e inesorabile del Presidente Emmanuel Macron. Si tratta di uno dei politici centrali dell’establishment UE, che resterà comunque all’Eliseo fino alla fine del suo secondo mandato, nel 2027. L’UE, comunque, prosegue spedita con la nomina delle cariche apicali e del programma della maggioranza, anche se al suo interno le reazioni al voto in Francia sono miste.
L’eurodeputato di Renew Europe, Sandro Gozi, ritiene che è comunque bene per l’Ue che all’Assemblea Nazionale esista una “maggioranza” di forze pro-europee. L’economista tedesco Daniel Gros, direttore del think tank bruxellese Ceps, afferma invece che la probabile instabilità politica che deriverà dalle elezioni non è una buona notizia per l’Unione. Questo perché la Francia, che è un grande Paese dell’UE, tenderà a non decidere e soprattutto a non agire sul fronte dei conti pubblici, perché comporterebbe dei costi politici.
Parigi finirà sotto procedura per deficit eccessivo, come l’Italia e altri Paesi, e ha un debito pubblico pari ad oltre il 110% del Pil, destinato a salire quest’anno al 112,4% e l’anno venturo al 113,8%, secondo le stime della Commissione.
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