Assist della Corte Suprema per Donald Trump in vista delle elezioni USA 2024. La Corte si è mostrata scettica sul fatto che il Colorado abbia l’autorità di rimuovere Trump dalla scheda elettorale delle primarie repubblicana a causa del suo ruolo nei tentativi di rovesciare i risultati delle elezioni del 2020, culminati con l’assalto al Congresso.
Nelle due ore di udienza, in cui gli avvocati di Trump e del Colorado hanno presentato i loro argomenti, la maggioranza dei giudici, anche di orientamento liberal, hanno posto domande ed obiezioni da cui è emerso che non sono convinti del fatto che uno stato possa stabilire se un candidato possa essere bandito dalle elezioni sulla base della sezione 3 del 14esimo emendamento che vieta a funzionari pubblici che hanno partecipato ad un’insurrezione di candidarsi.
Il dubbio è stato espresso in modo chiaro da Elena Kagan, una delle tre giudici liberal della Corte che anche si era mostrata critica di fronte agli argomenti della difesa di Trump. “Credo che la domanda che ci dobbiamo fare è perché un singolo stato dovrebbe decidere chi può diventare presidente degli Stati Uniti – ha detto la giudice nominata da Barack Obama – in altre parole, la questione se un ex presidente sia squalificato per insurrezione dalla possibilità di essere di nuovo presidente, mi sembra una cosa terribilmente nazionale“.
Secondo la CNN, vi sono quindi segnali che all’interno della Corte – dove c’è una netta maggioranza di conservatori, 6 a 3, con tre giudici nominati da Trump – si possa costruire il consenso attorno a una via di uscita che permetterebbe loro di evitare di decidere se Trump sia o non sia un insurrezionalista, svincolandosi così da uno dei ricorsi più politici mai arrivati all’attenzione della Corte.
Il presidente della Corte Suprema, il giudice John Roberts, ha detto chiaramente che se si dovesse confermare la decisione del Colorado, allora altri stati potrebbe escludere altri candidati dalle loro schede. “Si arriverebbe ad avere una manciata di stati che decidono le elezioni presidenziali – ha affermato – e questa è una conseguenza abbastanza preoccupante“.
Lo stesso Roberts ha sottolineato che l’intero obiettivo della Sezione 3, approvata nel 1868, era quello di impedire ad ex funzionari della Confederazione ad accedere a cariche pubbliche, domandandosi perché questo dovrebbe dare agli stati la capacità di escludere candidati presidenziali.
Un simile approccio è stato espresso da Brett Kavanaugh – uno dei giudici nominati da Trump – che si è mostrato incline ad appoggiare l’interpretazione della difesa dell’ex presidente secondo la quale solo il Congresso può decidere la squalifica di un candidato.
“Anche se un candidato ammette di essere un insurrezionalista, la sezione 3 ancora gli permette di partecipare alle elezioni e anche vincerle, poi si vedrà se il Congresso lo squalifica dopo le elezioni“.
Così ha infatti risposto il legale di Donald Trump, Jonathan Mitchell, ad una domanda ipotetica di Roberts, ribadendo la convinzione che solo il Congresso, e non gli stati, possono stabilire l’ineleggibilità di un candidato.
La Corte Suprema ha accolto e discusso in tempi più rapidi il ricorso di Trump contro la decisione del Colorado ed una sua sentenza è attesa a breve, dal momento che le primarie in Colorado sono fissate per il 5 marzo, giorno del Super Tuesday.