Emorragia di “camici bianchi”: ogni anno 15 mila fuggono all’estero

Carenza cronica di personale, insicurezza, ricorso alla medicina difensiva per evitare contenziosi con i pazienti. Questi i principali problemi che assillano i medici italiani tanto da voler abbandonare il Servizio Sanitario Nazionale. Solo a Roma, dove lavora circa il 10% di tutti medici italiani, ogni anno gettano la spugna in 1.500. Il che vuol dire che in Italia ogni 12 mesi sono 15mila i camici bianchi che per le stesse ragioni fanno richiesta per andare a lavorare all’estero. Tra le mete preferite Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele“. Lo afferma il Presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, che con l’Adnkronos Salute fa il punto sullo stato di salute del SSN.

“I nostri medici lavorano sempre peggio, si ritrovano in una situazione molto difficile in questo periodo. Chiaramente molto è dovuto alla carenza cronica di personale, di struttura, di sicurezza sul posto di lavoro – spiega Magi – e direi anche poca serenità per il clima nel quale devono lavorare tra violenze, pressioni quotidiane e denunce. Quindi operano in condizioni non favorevoli e questo purtroppo si ripercuote sui pazienti. Per tale motivo noi cerchiamo di far capire a tutti quanti che il medico sta sul posto di lavoro, in pronto soccorso, nei reparti, nei laboratori, solo per curare i pazienti“.

“La spia di questo malessere è la scelta di abbandonare il SSN per andare all’estero, per motivi economici e di possibilità di carriera”. Quello di Roma, con 48mila medici, “è l’Ordine più grande d’Europa – sottolinea Magi – Ogni anno registriamo un dato: circa 1.500 tra medici giovani e più anziani chiedono di poter andare a lavorare all’estero. La maggioranza dei giovani sceglie Paesi quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele. I colleghi più avanti con gli anni e ai quali manca poco per la pensione, invece, optano per i Paesi arabi. Per i medici giovani un altro motivo a spingerli a lasciare l’Italia è che in questi Paesi non esiste il reato penale per l’atto medico“.

 

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