Di equa distribuzione del lavoro ha parlato, ieri, anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella intervenuto alla cerimonia delle “Stelle al merito”. Il Presidente della Repubblica ha sollevato i temi della disoccupazione e dei bassi salari, ma anche della precarietà e del ritardo nell’ingresso dei giovani e delle donne nel mercato del lavoro.
Sul salario minimo, protagonista di uno scontro fortissimo fra la maggioranza e le opposizioni nell’aula alle Camera, anche l’Europa ha preso posizione, come ribadisce il Commissario per il Lavoro dell’UE Nicolas Schmit che, in audizione alla Camera, parla di necessità di un “salario dignitoso“, in realtà una definizione molto simile a quella prevista nella legge delega della maggioranza in discussione in Aula.
Il Centrodestra esulta e a parlare è anche FI che, dopo aver presentato una propria proposta, non si era più troppo spesa sull’argomento. “Schmit – dice la Capogruppo in commissione Lavoro Chiara Tenerini – ha chiarito nuovamente che la direttiva europea non impone un salario minimo negli Stati membri. Serve invece estendere la contrattazione collettiva. Sono le proposte di Forza Italia che vogliamo portare avanti con buona pace di chi preferisce andare avanti a suon di bocciature e flop“.
Il riferimento di Schmit è alla direttiva europea che va recepita entro il 15 novembre 2024 e che non obbliga gli Stati membri a introdurre un salario minimo legale, qualora la formazione dei salari sia garantita esclusivamente mediante contratti collettivi.
“La direttiva UE – aveva detto però Schmit in nei giorni scorsi – non dice che i Paesi che hanno un elevato livello di contrattazione collettiva non devono introdurre il salario minimo. È vero, ci sono Paesi come l’Austria o la Svezia che non ne hanno bisogno. Ma l’Italia è un caso particolare perchè ha un tasso di copertura della contrattazione collettiva, ma al tempo stesso presenta settori interi con stipendi molto bassi“.