Torna l’eroina tra i giovani. E gli psicofarmaci si prendono dimagrire: l’analisi della CEI

“L’Italia sta affrontando un aumento significativo dell’uso di droghe, in particolare del mondo giovanile”. Così Don Riccardo Pincerato, Responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana (CEI), in audizione alla Camera in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Al centro del confronto, un’indagine conoscitiva sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori, con focus sulla diffusione di alcool, nuove droghe, aggressività e violenza.

Secondo i dati dello studio European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs (ESPAD), riportati nella relazione della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche (FICT), intanto, circa un terzo dei giovani in età scolare tra i 15-19 anni ha dichiarato di aver usato sostanze illegali almeno una volta. Inoltre, la rete dei servizi FICT segnala che i numeri reali potrebbero essere ancora più elevati, con casi di dipendenza osservati già a partire dai 12-13 anni.

“Circa il consumo di sostanze illegali nel nostro Paese – prosegue Don Pincerato – il 28% dei ragazzi tra i 15-19 anni usa o ha usato sostanze stupefacenti, nel 2021 era poco più del 18%. Il primo uso avviene solitamente tra i 13-17 anni, nel 2020 era tra i 14-18 anni”. Aumenta inoltre la percentuale di coloro che hanno utilizzato sostanze stupefacenti per la prima volta a 14 anni o meno, dato che passa dal 27% nel 2018 al 33% nel 2022.

Il ritorno dell’eroina

“C’è un forte ritorno all’uso dell’eroinaallerta quindi il responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI – 320mila ragazzi hanno fumato, sniffato o si sono iniettati il derivato dell’oppio”. Non indifferenti i dati del consumo di sostanze legali sempre nel 2023: “780mila, cioè il 33% della popolazione di studenti tra i 15-19 anni, si sono ubriacati nell’ultimo anno; 730mila, cioè il 30% della popolazione studentesca, hanno fatto binge drinking, cioè l’abbuffata alcolica; 460mila, pari al 19%, gli studenti che hanno fatto uso nella vita di psicofarmaci”.

Anche le ragazze raggiungono i compagni maschi

Quanto alla dipendenza da sostanze di genere, le ragazze hanno raggiunto e superato i ragazzi. “Se tradizionalmente sono più i ragazzi ad utilizzare sostanze psicoattive – fa sapere Don Pincerato – negli ultimi anni si sta assistendo ad un importante cambiamento di modelli di consumo tra gli studenti, supportato da una sempre più evidente riduzione delle differenze di genere”.

Il dato più rilevante è quello osservato tra le studentesse di 15 e 16 anni, che presentano prevalenze di consumo “uguale o superiore” ai coetanei per quanto riguarda l’uso di cannabinoidi: NPS (Novel Psychoactive Substances), cocaiana ed oppiacei.

Il 2022 ha fatto inoltre registrare il sorpasso dei consumi femminili su quelli maschili per quanto riguarda l’utilizzo di tabacco e di eccessi alcolici. Dato, questo, che si va a sommare al consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica, da sempre appannaggio tipicamente femminile.

Le serate finiscono in Pronto Soccorso

A conferma della precocità femminile nell’approccio alle sostanze, anche gli accessi ai pronto soccorso droga-correlati, che “pur essendo in numeri assoluti quasi la metà di quelli maschili – sottolinea Don Pincerato – vedono maggiormente coinvolte le giovani under 17, che presentano il 13% degli accessi ai pronto soccorso contro il 7% nella stessa fascia d’età tra i ragazzi. Accessi per il 65% dei casi legati a psicosi indotte da droghe. Il dato maschile della medesima diagnosi è pari al 44%”.

Diversi i fattori che contribuiscono all’aumento dell’uso di sostanze tra i giovani in Italia: “Il primo è il malessere psicosociale – afferma – la pandemia di Covid-19 ha esacerbato le fragilità psicologiche sociali, portando ad un aumento dei disturbi mentali e, di conseguenza, all’uso di sostanze come meccanismo di coping (processo di adattamento alla situazione stressante, ndr). L’Oms, d’altronde, ha certificato una chiara correlazione tra salute mentale e dipendenze, evidenziando un aumento a livello globale delle malattie mentali e neurologiche”.

È allarme per gli psicofarmaci

“I ragazzi tra i 15-19 anni che fanno uso di sostanze illegali si avvicinano al milione – fa sapere ancora Don Pincerato – ma quello che più impressiona è che accanto alle sostanze classiche sono in aumento altre sostanze che accompagnano la vita degli adolescenti: la pandemia ha accelerato l’uso di psicofarmaci senza prescrizione ‘per sentirsi meglio’, riferiscono i ragazzi, alcuni ne fanno uso per dimagrire altri invece per avere una situazione di serenità. Ma esistono anche ragazzi che assumono stimolanti per migliorare il rendimento scolastico”.

Sempre secondo i dati della FICT, tra gli studenti che hanno assunto psicofarmaci senza una prescrizione medica nel 2022, il 48% li ha reperiti a casa popria, il 27% su internet, il 20% a casa di amici, il 18% si è rivolto al mercato della strada e il 13% ad uno spacciatore. Nel 2022 tra le motivazioni più comunemente riferite dai consumatori di psicofarmaci, ci sono il ‘trovarsi meglio con sé stessi’ indipendentemente dalla tipologia di farmaco considerata.

L’uso di sostanze diventa segno di successo sociale

Ma la novità è che l’uso di sostanze non è più percepito come un atteggiamento antisociale, ma in alcuni casi come un marker di successo sociale. L’abbassamento dell’età del primo utilizzo di sostanze, spesso ta i 14-18 anni, e il coinvolgimento crescente di giovani sotto i 14 anni nello spaccio di droga a causa della loro impunibilità, secondo l’esponente della CEI sono “segnali preoccupanti” e raccontano di una tendenza verso una cultura che vede le droghe “sempre più integrate nella vita quotidiana dei giovani”.

Se la droga si compra facile su internet

Un capitolo interessante riguarda la facilità (ormai) di accesso alle droghe anche attraverso i mercati virtuali: “Durante la pandemia si sono scoperte piazze di spaccio virtuali – sottolinea Don Pincerato – accessibili da casa e senza il controllo in particolare dei genitori. La dipendenza, quindi, non assume più una dimensione sociale ma personale e intima”.

Dopo la pandemia sono ritornate le piazze fisiche di spaccio, ma sono rimaste attive anche quelle virtuali. “La disponibilità di una vasta gamma di sostanze a basso costo hanno reso più facile per i giovani sperimentare e consumare droghe”.

Sul versante del sistema dei servizi, questi faticano ad intercettare e gestire efficacemente la maggioranza dei nuovi consumatori di droghe: “In molte Regioni, in particolare del centrosud – dichiara Don Pincerato in audizione alla Camera – c’è una mancanza di servizi adeguati per i minori con problemi di dipendenza e psichiatrici”. Infine, uno sguardo alle politiche di prevenzione ed educazione rispetto alle persone più fragili, anch’esse spesso “insufficienti e mal strutturate. È necessaria una revisione profonda dell’intero sistema educativo ed un maggiore investimento in percorsi preventivi fin dalla prima infanzia. La prevenzione dovrebbe iniziare da un coinvolgimento delle famiglie e delle comunità locali – suggerisce infine Don Pincerato – per creare un ambiente di supporto ed una educazione continua”.

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