Le imprese italiane rischiano il fallimento. A partire dal 14 marzo, le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi “per causa di forza maggiore”, ovvero, per l’esplosione dei costi del carburante, come dichiarato dalla rete Trasportounito. Una notizia che aiuta a comprendere il pericolo per le prossime settimane per i consumatori e per le imprese. L’aggressione russa all’Ucraina e le ritardatarie politiche di diversificazione energetica rischiano di far saltare il sistema economico e industriale della nostra Penisola. Il costo dell’energia, nel corso del 2022, rischia di salire in modo esponenziale e inaccettabile rispetto agli otto miliardi del 2019 e i 20 pagati nel 2021. A fornire la stima è stato Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria che ha rilanciato l’allarme delle aziende per lo shock energetico e l’impatto per tutte le filiere.
L’impennata della quotazione del gas, in particolare, si è rapidamente trasferita sul prezzo dell’energia elettrica in Italia, facendo lievitare i costi energetici delle imprese industriali. Un allarme che trova conferma anche dalle recenti analisi degli esperti in gestione delle politiche societarie delle Pmi italiane. Umberto Pagano, esperto in diritto societario e internazionalizzazione delle imprese che ha recentemente avviato un nuovo studio di Ansaldi&Partners a Milano, presso Piazza San Sepolcro, per comprendere le dinamiche economiche delle aziende nella nostra attualità, rilancia l’allarme, ribadendo: “i rincari delle commodity, in particolare del gas e dell’energia elettrica, rischiano di bloccare le imprese, minacciando la chiusure di molte aziende, in assenza di interventi efficaci e se non si riuscirà a calmierare i costi delle bollette con interventi specifici importanti, diretti, efficaci e da introdurre immediatamente nel sistema industriale italiano”. Con la questione energetica, quella dell’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica, risulta elevata la probabilità che gli incassi delle imprese per i prossimi mesi subiscano ulteriori riduzioni facendo riesplodere la problematica fiscale accanto a quella energetica e della supply chain.
Per cercare di calmierare i prezzi dell’energia e contenere il peso sulle spalle dei consumatori e degli imprenditori, Bruxelles sta pensando ad alcuni interventi, riconoscendo che i prezzi rimarranno elevati fino al 2023. Secondo la bozza di piano energetico eccezionale presentata dall’Unione europea, potrebbe essere introdotto un new energy compact per mobilitare investimenti in rinnovabili con l’utilizzo dei proventi delle aste dell’ente del Terzo settore (ETS) per finanziare progetti, con il rafforzamento del biogas e dell’idrogeno. Tuttavia, “il 2023 è ancora lontano e le imprese hanno necessità di risposte immediate. Se non si riuscirà nel giro di pochissimo tempo a dare una speranza certa all’incertezza energetica e fiscale alle nostre imprese, molte di queste semplicemente dovranno chiudere e dichiarare il fallimento. Possiamo concepire molte proposte e visioni ma l’unica cosa che manca al momento è il tempo. Bisogna fare presto”, ha rilanciato l’esperto in diritto societario Umberto Pagano. L’escalation del conflitto Russia-Ucraina peserà sulla spesa delle famiglie e delle imprese italiane, che devono fare i conti con una inflazione in continuo aumento e una serie di problematiche economiche ed energetiche che necessitano di risposte immediate e accurate.