Festa del Cinema di Roma: nella seconda giornata tre film in gara e l’ultimo film di Gigi Proietti

Seconda giornata della Festa del Cinema di Roma. In questo 15 ottobre sono tre i film in gara ad essere proiettati. Si parte alle ore 19 con “L’ Arminuta“, si continua con “Mediterraneo” e si conclude con “Passing“.

“L’ Arminuta” alla Festa del Cinema di Roma

L’ Arminuta” film italiano interpretato da Sofia Fiore, Carlotta De Leonardis, Vanessa Scalera, Fabrizio Ferracane, Elena Lietti e Andrea Fuorto. Alla regia Giuseppe Bonito, classe 1974, ha lavorato a lungo come aiuto regista. Nel 2012 ha debuttato nella regia con il lungometraggio “Pulce non c’è“, con cui ha ottenuto il Premio speciale della giuria alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella città e la candidatura al Nastro d’Argento come miglior regista esordiente. Nel 2020 ha diretto il film “Figli“, che ha vinto il Nastro d’Argento come migliore commedia ed è valso ai due attori protagonisti, Valerio Mastrandrea e Paola Cortellesi, i Nastri d’Argento come migliore attore e migliore attrice in una commedia. “L’Arminuta” è il suo terzo lungometraggio.

Il film è tratto dal romanzo bestseller di Donatella Di Pietrantonio vincitore del Premio Campiello 2017 ed è ambientanto nell’estate 1975. Una ragazzina di tredici anni viene restituita alla famiglia cui non sapeva di appartenere. All’improvviso perde tutto della sua vita precedente: una casa confortevole e l’affetto esclusivo riservato a chi è figlio unico venendo catapultata in un mondo estraneo.

Grazie al romanzo di Donatella Di Pietrantonio ho conosciuto questa ragazzina di 13 anni della quale non sapremo mai il nome, ma solo il soprannome, l’Arminuta, che nel dialetto abruzzese significa la ritornata. In questa storia tutto è fortemente polarizzato: la città di mare e il paese dell’entroterra, la modernità e l’arcaicità, il benessere borghese e la povertà rurale, l’italiano corretto come viene parlato alla tv e il dialetto stretto che si parla nella nuova casa. E in mezzo c’è lei, l’Arminuta, che è sempre l’una e l’altra cosa insieme, figlia di due madri e di nessuna.  Il film, così come il romanzo, racconta un anno di vita di questa ragazzina alle soglie dell’adolescenza, un periodo che segnerà la sua vita per sempre, in cui sperimenterà il dolore e la durezza ma anche l’amore, la dolcezza e la bellezza a tratti feroce che la vita riserva. Mi piacerebbe che la narrazione restituisca due cose: lo sguardo dell’Arminuta, e il magma dei sentimenti laceranti che questa storia contiene. Il film affronta una delle paure più profonde di ogni individuo, quella di perdere le persone dalle quali dipende la propria felicità, ed è anche il racconto del contrasto tra il destino e la volontà dell’essere umano“. Queste le parole del regista sul suo film.

Mediterraneo

Secondo film in gara “Mediterraneo” di Marcel Barrena. Classe 1981 Marcel Barrena ha debuttato nella regia con il film per la televisione “Cuatro estaciones“, che ha vinto nella sua categoria il premio della critica, quello della giuria e quello per il miglior regista al festival di Alicante e il premio Gaudí come miglior film tv. Nel 2012 ha diretto il documentario “Món petit“, che ha ricevuto un altro premio Gaudí, il DOC U! Award al festival del documentario di Amsterdam e il premio come miglior documentario al festival di Boulder. Del 2016 è “100 metros“, che ha ottenuto, fra gli altri, due premi Gaudí, quelli per il miglior attore e la miglior attrice non protagonisti.

Mediterraneo“, interpretato da Eduard Fernández, Dani Rovira, Anna Castillo, Sergi López, Àlex Monner e Melika Foroutan, racconta la storia di due bagnini spagnoli, Òscar e Gerard, colpiti dalla straziante fotografia di un bambino annegato nel Mediterraneo, vanno nell’isola di Lesbo, dove scoprono una realtà sconvolgente: ogni giorno migliaia di persone rischiano la vita cercando di solcare il mare con imbarcazioni precarie, per fuggire dalla miseria e dalle guerre che affliggono i loro Paesi d’origine. Ma la cosa più sconcertante è che nessuno sta svolgendo attività di salvataggio. Insieme a Esther, Nico e agli altri membri della loro squadra, Òscar e Gerard lotteranno per compiere il lavoro disatteso dalle autorità e per portare a migliaia di persone l’aiuto di cui hanno estremo bisogno. Dalla storia vera di Òscar Camps, il fondatore di Open Arms.

Marcel Barrena ha parlato del suo film e del perché è nato: “Nel settembre del 2015 il mondo tremò davanti alla foto di Aylán Kurdi, un bambino senza vita su una spiaggia del Mediterraneo. A Òscar Camps, bagnino di Badalona, quell’immagine ha cambiato la vita. Convinse il suo amico Gerard Canals ad andare a Lesbo per vedere cosa stava accadendo. Quello che era iniziato come un viaggio di due giorni divenne una missione che si protrasse per mesi e che, a oggi, ha salvato la vita a più di 60.000 persone. Dopo aver visto quella foto, Òscar lasciò tutto per salvare molta gente da morte certa e denunciare quanto stava avvenendo. Io cosa potevo fare? Non sono un bagnino, ma potevo fare un film che desse visibilità a ciò che stava succedendo a sole due ore di aereo da casa nostra. Per quattro anni abbiamo lavorato a Lesbo per conoscere in prima persona la situazione e dare forma a un progetto in cui abbiamo affrontato l’inimmaginabile. Abbiamo girato nei veri uffici dei soccorritori di Open Arms. Abbiamo ricostruito il campo profughi di Moria e assunto come comparse centinaia di rifugiati. Né il film né io abbiamo le risposte per porre fine a ciò che accade nel Mediterraneo, ma possiamo fare da megafono perché nessuno dimentichi quel che avviene sulle nostre coste.

Passing” terzo film in gara alla Festa del Cinema

Arriva il primo film in gara, a questa Festa del Cinema, diretto da una donna: “Passing” di Rebecca Hall.

Nata nel 1982 a Londra, Rebecca Hall è un’affermata attrice. Debutta al cinema nel film “Starter for Ten” di Tom Vaughan. Dopo aver lavorato per Christopher Nolan in “The Prestige“, viene diretta da Woody Allen in “Vicky Cristina Barcelona” nel ruolo di Vicky, che le vale la candidatura al Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale. Ha poi recitato per registi come Ron Howard (Frost/Nixon – Il duello); Oliver Parker (Dorian Gray); Ben Affleck (The Town); Stephen Frears (Una ragazza a Las Vegas); Patrice Leconte (Una promessa); Steven Spielberg (Il GGG – Il grande gigante gentile); e ancora Allen (Un giorno di pioggia a New York). Ha vinto un Bafta per la serie tv Red Riding. “Passing” è il suo esordio nella regia ed è stato presentato al Sundance.

Formano il cast di questo film esordio Tessa Thompson, Ruth Negga, André Holland, Bill Camp, Gbenga Akinnagbe e Antoinette Crowe-Legacy. Il film è ambientato nella cittè di New York, alla fine degli anni Venti; mentre si afferma il movimento culturale afroamericano denominato Rinascimento di Harlem, due donne di colore, Irene Redfield e Clare Kendry, riescono a farsi passare per bianche. Un pomeriggio d’estate, le due, che sono state amiche d’infanzia, si incontrano per caso; Irene, pur con una certa riluttanza, fa entrare in casa sua Clare, la quale ben presto si attira le simpatie del marito, di tutta la famiglia e infine dell’intera cerchia sociale di Irene. A mano a mano che le vite delle due donne si intrecciano sempre più strettamente, Irene si rende conto che Clare sta portando lo scompiglio nel suo mondo; tra ossessioni, rimozioni e bugie.

Mio nonno era nero e si è fatto passare per bianco per gran parte della sua vita. Ne ho parlato a un amico e lui mi ha suggerito di leggere Passing. Ho letto il libro, l’ho messo giù e ho scritto la sceneggiatura. In una decina di giorni avevo una bozza. La notte in cui l’ho finita, sono andata a un evento a cui partecipava anche David Bowie, uno dei miei idoli. Siamo finiti a parlare di libri. Fino ad allora, quando nominavo Passing nessuno l’aveva mai sentito, ma Bowie lo citava come uno dei suoi romanzi preferiti. L’indomani mi ha inviato una rara biografia di Larsen e una nota di incoraggiamento a portare avanti l’idea di farne un film. Ho studiato e letto molto, e poi ho scritto un’altra bozza con tutta quella conoscenza incorporata. Alla fine ho deciso che avevo bisogno di fare questo film per la mia formazione come regista, per il tipo di cinema che amo, e perché fare questo film era il mio modo di tornare alla mia famiglia con compassione, generosità e amore verso coloro che si sono costruiti la loro identità in un mondo che li temeva e li disprezzava” ha raccontato Rebecca Hall.

Io sono Babbo Natale” l’ultimo film di Gigi Proietti

Non possiamo dimenticarci del grande Gigi Proietti. Verrà presentato in anteprima nazionale oggi alla Festa del Cinema di Roma l’ultimo film con il mattatore romano. Il Gigi nazionale. “Io sono Babbo Natale” che oltre il compianto Gigi Proietti ha come protagonisti Marco Giallini, Barbara Ronchi, Antonio Gerardi, Simone Colombari, Daniele Pecci, Alice Adamu, Fabrizio Giannini e Sergio Gorga, e la regia di Edoardo Falcone. “Quando scrivo una commedia, il mio obiettivo è raccontare in maniera ironica e divertente l’umanità delle persone. Questa volta il compito era più arduo del solito: mi trovavo di fronte a un personaggio, Babbo Natale, che di umano ha ben poco. La sfida era allora quella di coglierne l’aspetto più quotidiano e renderlo un uomo come tanti, uno che quando non lavora compra la spesa al mercato, passeggia al parco, guarda la tv o fa le parole crociate” ha raccontato il regista.

Il film parla di Ettore un ex galeotto dalla vita turbolenta e sgangherata. Non ha grandi prospettive se non quella di continuare la carriera da rapinatore. Il suo prossimo colpo lo porta verso la casa di Nicola, un simpatico signore che non possiede oggetti di valore ma ha un’incredibile rivelazione da fare: “Sono Babbo Natale!“. Ma sarà davvero lui?

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