L’improvvisatore morte annunciata sibillinamente dalle Autorità russe è avvolta dal mistero. Non c’è nessuna certezza nemmeno sulla data e l’orario della morte. La notizia del decesso, ufficialmente avvenuto nella mattina di venerdì 16 febbraio, è stata resa nota solo nel primo pomeriggio, e inoltre alcuni elementi raccolti da media indipendenti, lasciano pensare che il decesso sia avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì: una differenza di una decina di ore. Perché la comunicazione è arrivata così tardi?
La ricerca della verità è piuttosto complessa.
Il Direttore della Fondazione anti corruzione: “Deceduto per un’embolia? E’ una bugia, oggi ci hanno parlato di morte improvvisa” e a seguire c’è anche la testimonianza di un detenuto della sua stessa colonia penale: “E’ morto prima di quanto annunciato“. da quando si è diffusa la notizia della morte del dissidente russo, sono state duecento le persone arrestate ai vari raduni, ma al tempo stesso sono cominciati ad apparire i primi dubbi e i sospetti sulle modalità con cui è avvenuto il decesso e soprattutto sul luogo in cui dovrebbe essere stato custodito il corpo privo di vita di Navalny.
“Il corpo di Alexei Navalny, il dissidente russo morto ieri in carcere all’età di 47 anni, non è all’obitorio di Salekhard” – ha dichiarato la portavoce dell’oppositore, Kira Yarmysh, su X.
“L’avvocato di Alexey e sua madre sono arrivati all’obitorio di Salekhard. È chiuso, però, anche se la colonia penale ha assicurato che era aperto e che il corpo di Navalny era lì. L’avvocato ha chiamato il numero di telefono che era sulla porta. Gli è stato detto che era il settimo a chiamare oggi. Il corpo di Alexey non è all’obitorio” – scrive.
A un altro degli avvocati di Navalny, che si è rivolto al comitato investigativo di Salekhard, è stato detto che – la causa della morte di Alexey non è stata ancora stabilita ed è stato effettuato un nuovo esame istologico. I risultati dovrebbero essere disponibili la prossima settimana: è evidente che mentono e fanno di tutto per evitare di consegnare il corpo“.
Poco dopo le 14 italiane, c’è stato un nuovo aggiornamento: “Agli avvocati è stato detto che l’inchiesta è stata conclusa e non sono stati individuati elementi relativi ad un crimine. Mentono ogni volta, portandoci a spasso e cancellando le tracce“.
L’embolia si è rivelata una bugia” – scrive su X Ivan Zhdanov, Direttore della Fondazione anti corruzione. “Non restituiscono il corpo di Aleksei Navalny perché la causa della morte non è ancora stata stabilita. Quando questa mattina l’avvocato e la madre di Alexei sono arrivati alla colonia penale, è stato detto loro che la causa della morte di Navalny è stata una sindrome della morte improvvisa” – aggiunge.
“Aleksei Navalny sarebbe morto molto prima di quanto annunciato dalle autorità penitenziarie russe, molto probabilmente la notte fra giovedì e venerdì” – testimonia un detenuto della colonia penale numero 3 di Kharp, nella regione di Yamal Nenets, citato da Novaya Gazeta Europe. “La morte del dissidente – ha aggiunto – sembra aver colto di sorpresa il personale del carcere”.
Ieri mattina era iniziata una ispezione approfondita della colonia penale. La sera tardi e la notte si sono sentite auto arrivare nel complesso della colonia penale, almeno in tre diverse ondate. E la sera di giovedì i secondini hanno accelerato i controlli e la chiusura celle dei detenuti. Di solito invece le ispezioni, note con un mese di anticipo, vengono preparate da tutti, carcerieri e detenuti per evitare problemi. E invece ieri all’improvviso ne è iniziata una.
Alle dieci del mattino (ora locale) è arrivata la notizia della morte di Aleksei Navalny. Alle due del pomeriggio il Servizio penitenziario federale ha pubblicato la notizia. Ma Baza, sito di notizie di solito bene informato su temi di sicurezza, aveva reso noto che – Navalny si era sentito male intorno all’una di pomeriggio e che era morto alle 14.17, la stessa ora di cui parla la portavoce Kira Yarmich oggi, confermando la morte. Ma non sono state avvistate autoambulanze la mattina di ieri. Sono arrivate solo dopo che tutti sapevano che l’oppositore era morto. Quindi, Navalny deve essere morto molto prima di quanto è stato annunciato, molto probabilmente la notte. Perché altrimenti avrebbero dovuto chiuderci in cella e condurre una ispezione la mattina? – aggiunge la fonte.
“Alekei Navalny è stato ucciso a sangue freddo e il colpevole è una feccia disgustosa di nome Vladimir Putin che sa solo come rubare, uccidere e fare la guerra” – ha scritto Evghenia Kara-Murza, giornalista, moglie di Vladimir Kara-Murza, esponente di spicco dell’opposizione che ha aggiunto – “Aleksei, tutto di un pezzo, passerà alla storia e Putin brucerà all’inferno per i suoi crimini odiosi“, ha aggiunto.
In questo contesto, trovano spazio anche ipotesi più estreme e forse solo apparentemente fantasiose. Navalny potrebbe essere stato vittima di “lento avvelenamento iniziato nell’agosto” dello scorso anno, come denuncia il sito di opposizione russa ‘Sota’, che cita due fonti di alto livello del Comitato investigativo.
Il principale ‘sponsor’ dell’uccisione dell’oppositore sarebbe stato Alexander Bastrykin, Cspo del Comitato, che aveva in odio Navalny da quando aveva indagato su di lui nel 2012.
Secondo le fonti, dopo l’arresto del blogger, Bastrykin aveva chiesto il permesso del Presidente russo Vladimir Putin di ucciderlo mentre era detenuto nella colonia penale, con il sostegno del capo del Servizio penitenziario federale, Arkady Gostev.
Licenza di uccidere con un lento avvelenamento che sarebbe arrivata nell’agosto scorso come ‘regalo’ per i 70 anni di Bastrykin. Secondo il piano originale, Navalny sarebbe già dovuto morire per problemi cardiovascolari prima della fine dell’anno, ma aveva resistito fino a ieri.