Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva: “una diminuzione di nuovi casi (-9,4%), dei decessi (-6,6%). Stabili i ricoveri con sintomi (-1%), mentre aumentano le terapie intensive (+3%)” nella settimana 24 febbraio-2 marzo 2023.
Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, afferma: “Dopo l’aumento della settimana scorsa si registra un nuovo calo (-9,4%) dei nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Da oltre 29 mila nella settimana precedente scendono a oltre 26 mila, con una media mobile a 7 giorni di oltre 3.800 casi al giorno”.
Secondo la Fondazione Gimbe: “I nuovi casi aumentano in 4 Regioni: dal +5% del Molise al +63,2% della Valle d’Aosta. In calo le restanti 17 Regioni: dal -0,6% della Sicilia al -22,4% della Provincia Autonoma di Trento In 31 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,7% di Teramo al +84,8% di Gorizia. Nelle restanti 75 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,7% di Brindisi al -76,7% di Rimini); stabile la Provincia Sud Sardegna con una variazione dello 0%. In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti”.
Il report settimanale della Fondazione Gimbe rileva che le coperture dei richiami dei vaccini anti-Covid “sono in stallo” e sottolinea che registra come solo il 31,2% della popolazione candidabile ha fatto la quarta dose e solo il 15,3% la quinta dose.
Precisa il report: “La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12,1 milioni possono riceverlo subito, un milione di persone non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 marzo sono state somministrate 5.967.572 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è fermo al 31,2% con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 45% del Piemonte”.