Giochi Olimpici del 2024: occasione perduta per la Capitale e per l’Italia

La Sindaca di Roma Virginia Raggi si è sempre mostrata contraria alla candidatura della Capitale  alle Olimpiadi del 2024, perché ha sempre sostenuto che la realizzazione dei Giochi avrebbe obbligato i cittadini romani  ad accumulare altri debiti che non sarebbero stati  in grado di sostenere e che ancora stanno pagando quelli relativi alle Olimpiadi del 1960. 

Vediamo di ricostruire sinteticamente la vicenda, che è stata affrontata oggi anche dai colleghi di vari quotidiani. L’investimento pubblico previsto a suo tempo, secondo il report del Comitato Olimpico,  sarebbe stato pari  a poco più di 2 miliardi di euro che sarebbero gravati non sul Comune di Roma, bensì sul Governo nazionale. I finanziamenti del  Ministero del Tesoro sarebbero serviti a costruire il Villaggio Olimpico, il Centro Media e gli impianti sportivi. La Capitale, inoltre, avrebbe potuto contare anche su oltre 3 miliardi di euro necessari per finanziare i costi operativi dell’organizzazione dei giochi e tutta la somma sarebbe stata coperta da capitali privati. Ma non basta.

Infatti, oltre un miliardo e mezzo sarebbe stato versato anche dal Comitato Olimpico Internazionale, mentre più o meno un altro miliardo sarebbe pervenuto dagli sponsor. A queste somme si devono presumibilmente aggiungere anche i ricavi della vendita dei biglietti che, seppure dovesse essere penalizzata da una eventuale riduzione di presenze, non sarebbe stata di certo una somma trascurabile. 

Insomma, a conti fatti, la rinuncia ai Giochi del 2024, oltre alla rinuncia al prestigio internazionale di poterli  ospitare, ci ha costretti a  rinunciare a oltre cinque miliardi di euro  di contributi.

La Raggi, sollecitata a rispondere sul perché della rinuncia della candidatura di Roma, ha spesso citato uno studio dell’Università di Oxford, riportato anche da alcuni quotidiani nazionali, nel quale vengono evidenziati costi elevati extra budget che hanno dovuto sostenere molti dei Paesi che hanno ospitato i giochi dal 1960 in poi. 

Ma rispetto alle Olimpiadi del passato, per quelle più recenti, va sottolineato che il Comitato Olimpico Internazionale, alla luce delle criticità dell’economia mondiale, non ha premiato i grandi e onerosi progetti di un tempo, ma è stato ed è molto attento a privilegiare le città candidate che hanno bisogno di investimenti contenuti, perché in possesso di infrastrutture già esistenti e che tuttalpiù necessitano di opere di adeguamento alle nuove normative di abitabilità e sicurezza e alle relative attività di manutenzione e Roma ne sarebbe stata un esempio. 

Con fredda e disinteressata analisi politica e ideologica, possiamo francamente affermare che la rinuncia aprioristica alla candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2024, è stata per la Capitale e per il paese una preziosa opportunità che è andata persa. 

Quanto ci sarebbe piaciuto, invece,  ammirare le nostre Frecce Tricolori passare veloci sul cielo di Roma in un immaginario spot pubblicitario, simile a quello bellissimo realizzato e presentato dalla Sindaca di Parigi nella cerimonia del passaggio del testimone olimpico da Tokyo a Parigi?

Ma le Olimpiadi sono il tempio dello Sport e della sana competizione che non conosce differenze e confini e allora in bocca al lupo agli amici parigini ai quali ci uniremo per seguire con passione la 33a edizione delle Olimpiadi.

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