Nel 2017 quattro donne hanno ‘sfidato’ Google. Oggi hanno vinto: Google ha accettato di pagare 118 milioni di dollari per risolvere la causa collettiva per discriminazione di genere.
Le ex dipendenti avevano puntato il dito sul colosso di internet per il presunto inserimento in mansioni di livello inferiore rispetto a uomini ugualmente qualificati. Cosa che significava, poi, una conseguente retribuzione più bassa. Hanno inoltre accusato l’azienda di aver negato loro promozioni o passaggi ad altri team per un migliore avanzamento di carriera.
L’accordo riguarda 15.500 dipendenti donne con 236 mansioni in Google dal 2013
In un comunicato, gli studi legali che hanno rappresentato le querelanti ovvero Kelly Ellis, Holly Pease, Kelli Wisuri e Heidi Lamar hanno dichiarato che l’accordo riguarda circa 15.500 dipendenti donne con 236 mansioni che hanno lavorato presso Google in California dal 14 settembre 2013.
Nell’ambito dell’accordo, un esperto terzo indipendente analizzerà le pratiche di livellamento al momento dell’assunzione da parte di Google e un economista del lavoro indipendente esaminerà gli studi sull’equità retributiva dell’azienda. Il lavoro successivo all’accordo sarà supervisionato da un osservatore esterno nei prossimi tre anni.