Il lungo Consiglio dei Ministri è al secondo giro di boa. Previsto un doppio intervento sui cali di fatturato e sui costi fissi e. Ma anche un porbabile nuovo sostegno alla liquidità, dopo che gli strumenti messi in campo durante l’emergenza hanno garantito la sopravvivenza delle imprese . Il Governo, dunque, sarebbe pronto a varare il maxi-scostamento di bilancio per la nuova serie di aiuti anti-Covid tutta concentrata sulle attività produttive: sulla cifra, 40 miliardi proposti dal Ministro dell’Economia Daniele Franco ai colleghi di Governo, si registra una buona intesa ma non è escluso che all’ultimo si possa salire ancora un po’, a circa 43 miliardi.
Tuttavia, per il via libera definitivo , infatti bisognerà aspettare un altro Consiglio dei Ministri. Nell’agenda di oggi c’è l’approvazione del Documento di economia e finanza. Intanto, nel Consiglio dei Ministri di ieri c’è stato un lungo confronto sull’utilizzo delle risorse destinate al nuovo fondo complementare al Recovery. Si parla di circa 30 miliardi da qui al 2026 per finanziare i progetti esclusi dal piano.
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, come il suo predecessore Stefano Patuanelli, spinge perché siano prorogati gli strumenti a sostegno della liquidità a partire dal Fondo di Garanzia delle Pmi che “ha permesso di erogare quasi 150 miliardi alle imprese con la garanzia dello Stato”.
Altro nodo quello della durata dei prestiti garantiti, che si vorrebbe portare da 6 a 15 anni, oltre al prolungamento fino alla fine dell’anno anche delle moratorie sui prestiti. Sul pacchetto per la liquidità premono tutti i partiti ma serve il via libera di Bruxelles, all’interno del Temporary Framework che ha allentato le regole sugli aiuti di Stato.
La parte più consistente delle risorse varate con lo scostamento, dovrebbe comunque andare ai contributi a fondo perduto. Potrebbe entrare qualche misura di sostegno, anche per quanto riguarda i contratti a termine. La nuova piattaforma messa a punto da Agenzia delle Entrate con Sogei ha già consentito, comunque, di inviare nei primi dieci giorni bonifici per quasi 2 miliardi a 600mila partite Iva.
Erogare i contributi con gli stessi criteri, però, non consentirebbe di “mirare” i fondi laddove c’è più bisogno, per questo ancora non ci sarebbero decisioni definitive. Di sicuro si vuole arrivare a coprire anche le chiusure di marzo e aprile, confidando su maggio come mese delle riaperture. L’altra idea che si sta esplorando, ma che avrebbe tempi più lunghi, sarebbe quella di un sistema di acconto e saldo che consenta di guardare non solo al fatturato ma ai dati dei bilanci. Se lo schema venisse replicato tale e quale, senza cambiare platea o percentuali, servirebbero per i soli ristori circa 20-22 miliardi.
Tutta la maggioranza converge sull’impprtanza dello scostamento di bilancio e sull’intervento anche sui costi fissi, valutando la sospensione o l’annullamento di alcune tasse, come la Tari, l’Imu e la Tosap. Il sisetma impositivo locale è all’attenzione del Senato per poter utilizzare i 550 milioni a disposizione e per integrare il decreto Sostegni 1. Allo studio anche il nuovo provvedimento per il rinnovo del credito di imposta per gli affitti, accompagnato da misure anche per i proprietari e un nuovo intervento sugli oneri delle bollette.