Green Pass e Viminale: circolare con chiarimento su controlli identità

A seguito delle numerose polemiche in sorte dopo l’annuncio del Ministro dell’Interno  sulle modalità di controllo del Green Pass, ieri il Ministero dell’interno ha chiarito in dettaglio come devono e possono comportarsi gli esercenti e i gestore e quali obblighi hanno gli avventori.

I gestori e gli esercenti nei controlli sul Green Pass non solo possono, ma devono chiedere il documento di identità in caso di incongruenze.

Il chiarimento interpretativo sulla questione delle verifiche sulla certificazione verde per l’accesso nei locali quali bar, ristoranti, cinema e teatri specifica che la verifica dell’identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima.

La circolare ministeriale precisa che la verifica dell’identità si renderà necessaria nei casi di abuso o di elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione.

Inoltre, viene chiarito, nelle suindicate fattispecie che l’avventore è comunque tenuto all’esibizione del documento di identità.

I Green Pass negli stadi potranno essere controllati anche dagli steward. E’ quanto chiarito dal Viminale nella circolare sulle disposizioni in materia di verifica delle certificazioni verdi, firmata dal capo di Gabinetto Bruno Frattasi. Con riferimento agli spettacoli aperti al pubblico e agli eventi sportivi “possono ritenersi abilitati alle verifiche anche i cosiddetti steward, ossia il personale iscritto negli appositi elenchi tenuti dei questori, il cui impiego in servizi ausiliari delle forze di polizia è previsto presso gli impianti sportivi“, si legge nella circolare

È ovvio che si tratta di provvedimenti legati allo stato di emergenza sanitaria in atto e quindi come tali presumibilmente provvisori. Non saranno più esecutivi e quindi revocati una volta cessato lo stato di emergenza a meno di provvedimenti legislativi che ne amplino l’adozione anche dopo la fine dello stato di emergenza.

 

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