L’ultimo scandalo e forse anche il più mediatico di Hollywood riguardava Harvey Weinstein, il più grande produttore cinematografico del mondo.
Oggi arrivano altri due nomi noti a riempire le pagine dei siti e dei giornali di tutto il pianeta. Paul Haggis, regista premio Oscar di “Crash“, è stato condannato a New York per stupro. Il secondo nome è quello del famosissimo Warren Beatty. Kristina Charlotte Hirsch, la donna che lo ha denunciato, ha dichiarato che l’attore di “Bonnie and Clyde” e premio Oscar per la regia con “Reds” del 1982 usò il suo status di divo di Hollywood per “adescare, manipolare, sfruttare e costringere un contatto sessuale con una minorenne“.
Le accuse contro Paul Haggis partono quando il 31 gennaio 2013 a Manhattan, dopo la proiezione di un film, il regista avrebbe invitato Haleigh Breest a bere a casa sua, nonostante lei avesse fatto capire che preferiva fermarsi in un bar. Una volta nel suo appartamento, secondo la donna, Paul Haggis l’ha corteggiata ripetutamente fino a costringerla a praticare del sesso orale e poi l’ha violentata. Haleigh Breest, nella sua lunga testimonianza nel processo, ha ricordato di essersi sentita “paralizzata e terrorizzata” quando l’uomo l’aveva baciata contro la sua volontà spingendola in camera da letto, dove poi sarebbe scattata la violenza.
Completamente diversa la versione di Paul Haggis che ha dichiarato di come Haleigh Breest fosse molto interessata a salire in casa sua e che tutto il rapporto sessuale si sarebbe svolto in maniera totalmente consenziente.
Dopo dieci anni e tante udienze, la denuncia è arrivata a dicembre 2017, nel mezzo dell’ondata #MeToo. I sei giurati della corte civile hanno condannato Paul Haggis a 7,5 milioni di dollari di risarcimento danni in quanto “la donna ha testimoniato che non si era sentita di rifiutare l’invito a casa di Haggis a causa del suo status come vip di Hollywood“. È attesa per lunedì la sentenza per decidere se Paul Haggis dovrà pagare anche danni punitivi.
Kristina Charlotte Hirsch invece nella sua denuncia ha dichiarato che “quando venni molestata e violentata da un attore candidato all’Oscar per il ruolo di Clyde nel film ‘Bonnie and Clyde avevo solo 14 anni“. La donna, oggi 64enne, nella sua denuncia non ha mai fatto il nome dell’attore.
All’epoca dei fatti Warren Beatty aveva 35 anni. Secondo alcuni media americani che hanno riportato la notizia, la donna sostiene di essere stata aggredita, dopo aver incontrato il regista per la prima volta sul set di un film. Durante il primo incontro l’attore avrebbe “commentato ripetutamente” il suo aspetto fisico e l’allora quattordicenne afferma di essersi sentita, inizialmente, “elettrizzata” dall’attenzione di un uomo adulto.
L’attore le avrebbe poi dato il suo numero di telefono e avrebbe iniziato a incontrarla regolarmente, facendo lunghi giri in macchina con lei, durante i quali avrebbero anche parlato della perdita della sua verginità. La donna afferma anche che l’attore si sarebbe offerto di “aiutarla con i compiti“. Da quanto si apprende, Kristina Charlotte Hirsch chiede ora un risarcimento affermando di “aver sofferto di stress fisico ed emotivo negli anni successivi” alla presunta aggressione e di “essersi dovuta sottoporre ad una terapia e a varie consulenze psicologiche“.
La causa è stata intentata ai sensi di una legge della California del 2019 che ha aperto una “finestra d’indagine” per i reati sessuali su minori, avvenuti nel passato e che sarebbero altrimenti in prescrizione. Tale finestra scade il 1 gennaio 2023.