Il “campo super largo” non convince gli elettori abruzzesi

Non c’è stato l’effetto Sardegna per il centrosinistra in Abruzzo. La coalizione che sosteneva Luciano D’Amico, il professore universitario alla guida di un campo per l’occasione larghissimo, si è fermata a una decina di punti distanza dal centrodestra del governatore uscente. Il primo campanello di allarme per il campo largo, del resto, era suonato già nella serata di domenica, di fronte ai dati dell’affluenza: 52,19%, in lieve calo sul 2019. Alla fine il dato più basso di sempre. D’Amico, al contrario, aveva scommesso su un dato in crescendo, considerato indispensabile per colmare il gap della vigilia con Marsilio.

Avremmo tutti scommesso che si poteva superare la soglia delle scorse elezioni“, ha spiegato l’ex sindaco di Pescara Marco Alessandrini a spoglio in corso.

Ci aspettavamo sicuramente una affluenza più strutturata” –  ha fatto eco il Segretario del PD di Pescara Nicola Maiale. D’Amico, quindi, si è trovato a inseguire sin dal primo minuto dello spoglio”.

“Lo scontro tra destra e centrosinistra era difficilissimo. La destra ha messo in campo ministri, promesse incredibili“, ha ammesso l’ex senatrice e consigliera comunale a L’Aquila Stefania Pezzopane.

Comunque sia il centrosinistra è ripartito, una grande unità e un campo larghissimo, siamo in campo – ha aggiunto Pezzopane – E’ importante quello che abbiamo fatto. Può essere un messaggio che mandiamo all’Italia”.

Affluenza in calo

E’ stata del 52,2 % l’affluenza definitiva alle 23 (1.634 sezioni su 1.634) in Abruzzo, dove si è votato per l’elezione del presidente della Regione e il rinnovo del Consiglio regionale, secondo i dati del sistema Eligendo del Viminale. Un dato in lieve calo rispetto alla precedente tornata elettorale del 2019, quando aveva votato il 53,11% degli elettori.

 

 

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