Il mondo guarda l’Italia, non come Di Maio guardava Draghi

Giunge così il momento di chiudere la partita per il premier Mario Draghi. Una notizia che oltre che risuonare nelle case degli italiani che si apprestano a rispolverare la tessera elettorale, fa un gran boato nel resto del mondo, media compresi.

Cosa ne pensa “lo straniero” di questo colpo di testa all’italiana? Alla caccia del Twitter d’addio:

Il Presidente ucraino Zelensky ha scritto: “Sinceramente grato a Mario Draghi per l’incrollabile sostegno all’Ucraina nel combattere contro l’aggressione russa e difendere i comuni valori europei, la democrazia e la libertàContinueremo a lavorare per sviluppare la cooperazione tra Ucraina e Italia, sono convinto che il sostegno attivo dell’Italia al popolo ucraino continuerà”.

La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova: “La Russia non sosterrà alcun partito nelle elezioni in Italia, come invece fanno Usa e Paesi Ue dichiarandosi a favore di una o l’altra forza politica in occasione di consultazioni in altri Stati. Per noi in Italia è vantaggioso sviluppare la cooperazione. Ma chi, come e quando arriva al potere in Italia, è affare degli italiani”.

Decisa anche la stampa. Il settimanale britannico ha scritto: “A causa delle lunghe procedure necessarie per eleggere e insediare un nuovo governo in Italia, il processo decisionale nella terza economia più grande dell’Ue sarà paralizzato almeno fino alla fine di ottobre. Ciò, a sua volta, metterà a rischio la capacità del Parlamento di approvare il bilancio per il 2023 nei tempi previsti”. L’Europa non può, dunque, non essere preoccupata.

I giornali francesi, Le Figaro in particolare, sostengono:”La destra e il M5S fanno cadere Mario DraghiTre partiti appartenenti alla coalizione di Draghi hanno rifiutato di votare la fiducia al premier, ieri al Senato italiano, conducendo di fatto alla fine del suo governo di unità nazionale”.

In prima pagina anche per la stampa tedesca che afferma, con tutta la sua fermezza, che a rimetterci in questa situazione è solo l’Italia.

Ma noi italiani, siamo veramente abituati a tutto questo?

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