In Italia, il requisito di futura età pensionabile “normale” è tra i più elevati con 71 anni di età, come la Danimarca (74 anni), l’Estonia (71 anni) e i Paesi Bassi (71 anni), contro una media OCSE di 66 anni per la generazione che accede adesso al mercato del lavoro.
E’ quanto si legge nel report “Uno sguardo sulle pensioni” dell’OCSE che delinea lo stato attuale e futuro dei diversi sistemi, sottolineando che l’introduzione nel 1995 del regime pensionistico nozionale a contributi definiti che adegua le prestazioni all’aspettativa di vita e alla crescita economica sarà pienamente efficace solo intorno al 2040.
Attualmente, grazie a tutte le diverse opzioni disponibili per andare in pensione prima dell’età pensionabile prevista dalla legge abbassano l’età media di uscita dal mercato del lavoro, pari mediamente a 61,8 anni contro i 63,1 anni della media Ocse.
La concessione di benefici relativamente alti a pensionati giovani fa sì che la spesa pensionistica pubblica dell’Italia si collochi al secondo posto tra le più alte dei Paesi dell’OCSE, pari al 15,4% del Pil nel 2019.